Foto: francobollo di Poste Italiane emesso nel 2025 in occasione del 500° anno dalla nascita

Giovanni Pierluigi da Palestrina

Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594) è considerato uno dei più grandi compositori di musica sacra del Rinascimento. La sua opera ha avuto un impatto duraturo sulla musica occidentale, consolidando le regole del contrappunto e la purezza della polifonia vocale. Tuttavia, dietro la figura austera del musicista, si celano anche alcuni aspetti curiosi e goliardici della sua vita.
Nato a Palestrina, un piccolo centro nei pressi di Roma, Giovanni Pierluigi iniziò la sua carriera come cantore nella Cappella Giulia in Vaticano.
La sua abilità musicale gli permise di ottenere il patrocinio del Papa Giulio III, che lo nominò Maestro di Cappella della Basilica di San Pietro. Tuttavia, la sua carriera ebbe alti e bassi, in parte a causa dei cambiamenti politici e religiosi che attraversavano la Chiesa. Fin dalla giovinezza, Palestrina mostrò un talento straordinario per la musica. La sua formazione musicale avvenne principalmente a Roma, dove entrò in contatto con i migliori maestri dell’epoca. A partire dal 1551, divenne maestro di cappella della Cappella Giulia, un incarico prestigioso che gli permise di affinare il suo stile compositivo. Uno degli episodi più significativi della sua carriera fu il breve licenziamento dal suo incarico sotto il pontificato di Papa Paolo IV, che imponeva restrizioni severe sui musicisti sposati.

Francobollo di Poste Italiane emesso nel 1975  in occasione del 450° anno dalla nascita

Palestrina, essendo sposato, dovette lasciare il suo ruolo nella Cappella Sistina, ma trovò presto nuovi incarichi in importanti istituzioni romane, tra cui San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore.
Palestrina compose oltre cento messe, più di trecento mottetti e numerosi inni e madrigali sacri. La sua musica si caratterizza per la chiarezza del testo, il bilanciamento delle voci e l’armonia perfetta, tanto che divenne il modello per la musica sacra cattolica. La leggenda narra che la sua Missa Papae Marcelli abbia salvato la musica polifonica dalla censura del Concilio di Trento, dimostrando che era possibile conciliare la polifonia con l’intelligibilità del testo liturgico. Oltre a questa composizione, Palestrina scrisse molte altre messe che si distinguevano per l’equilibrio tra melodia e armonia. La sua tecnica compositiva era caratterizzata da una fluidità melodica naturale e un’attenzione meticolosa alla fusione delle voci, evitando brusche dissonanze o eccessivi virtuosismi.

Frontespizio del Primo libro delle Messe di Palestrina (Roma, Dorico, 1554) in cui il compositore dona il volume a papa Giulio III (Monaco, Bayerische Staatsbibliothek)

Nonostante la sua immagine di musicista devoto, Palestrina non fu sempre uomo austero e distante dalle leggerezze della vita. Si racconta che nei suoi primi anni di carriera, avesse un certo spirito goliardico e che, come molti suoi contemporanei, partecipasse a incontri musicali informali in cui si sperimentavano melodie e testi ben lontani dalla severità della musica sacra. Si narra che amasse i giochi di parole musicali e che occasionalmente, nei primi anni di attività compositiva, si dilettasse nel comporre madrigali profani, anche se gran parte di questi lavori sono andati perduti o sono rimasti nell’ombra delle sue composizioni sacre (a differenza di alcuni madrigali pubblicati successivamente come Vestiva i colli, veri best seller dell’epoca). Inoltre, pare che non disdegnasse il buon vino e che avesse una predilezione per le feste di corte, dove la musica era spesso accompagnata da momenti di allegria e scherzi tra musicisti. Un episodio curioso racconta che durante una cena con altri compositori, Palestrina avesse improvvisato un madrigale su una filastrocca popolare, scatenando le risate e l’ammirazione dei presenti. Questo lato scherzoso non era insolito tra i musicisti dell’epoca, che spesso si sfidavano in gare di composizione estemporanea.

Giovanni Pierluigi da Palestrina

Palestrina ebbe una vita familiare segnata da eventi drammatici. Sposato con Lucrezia Gori, ebbe tre figli (Rodolfo, Angelo e Iginio), due dei quali morirono prematuramente a causa delle epidemie che colpirono Roma nel XVI secolo. Queste tragedie lo segnarono profondamente e si rifletterono in alcune delle sue composizioni più struggenti. Dopo la morte della moglie, considerò seriamente l’idea di prendere i voti sacerdotali, ma alla fine decise di risposarsi con una ricca vedova, Virginia Dormoli, la cui fortuna economica gli permise di vivere con maggiore agiatezza e di dedicarsi completamente alla composizione.

S. Munster, Romanae urbis situs, quem hoc Christi anno 1549 habet (circa 1550-1559) particolare

Dopo una lunga carriera al servizio di diverse istituzioni ecclesiastiche, Palestrina trascorse gli ultimi anni della sua vita a Roma, continuando a comporre fino alla sua morte nel 1594. La sua eredità musicale influenzò profondamente i compositori successivi, tra cui Bach e Mozart, che studiarono le sue opere per apprendere i segreti del perfetto contrappunto. Nel corso dei secoli, la sua figura è stata idealizzata come simbolo della purezza musicale, e ancora oggi le sue composizioni vengono eseguite in concerto in tutto il mondo. Il suo stile divenne il modello di riferimento per la musica sacra, al punto che nei secoli successivi molti musicisti furono educati secondo le ‘regole di Palestrina’. La musica di Palestrina continua a essere studiata e analizzata dai musicologi e dai compositori. Il suo contributo alla teoria musicale e alla pratica del contrappunto è ancora oggi una pietra miliare per chiunque voglia approfondire la musica corale. La sua capacità di creare armonie perfette con un numero limitato di voci ha ispirato generazioni di compositori e continua a essere un punto di riferimento imprescindibile. Giovanni Pierluigi da Palestrina non fu solo il rigido innovatore della musica sacra che spesso si dipinge, ma anche un uomo con una sensibilità artistica viva, capace di apprezzare sia la profondità del sacro che la leggerezza del profano. Una figura che, con la sua musica, ha saputo toccare corde divine e umane allo stesso tempo. La sua eredità non è solo nella sua produzione musicale, ma anche nell’impatto che ha avuto sulla storia della musica, trasformando per sempre il modo in cui concepiamo l’arte polifonica.

Palestrina e le Poste Italiane

 Il 2 febbraio, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha emesso un francobollo commemorativo dedicato a Giovanni Pierluigi da Palestrina in occasione del quinto centenario della sua nascita. Il francobollo, del valore tariffario B (1,25 €), è stato realizzato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. mediante stampa in rotocalcografia su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva e arricchita con imbiancante ottico.
Il bozzetto è stato curato dal Centro Filatelico dell’Officina Carte Valori e Produzioni Tradizionali dello stesso Istituto. L’immagine raffigurata riproduce un ritratto di profilo del compositore, un dipinto a olio su tela del 1566 di autore anonimo, appartenente alla Fondazione Giovanni Pierluigi da Palestrina ed esposto nella Casa Museo a lui dedicata nella città di Palestrina. Il francobollo include inoltre le iscrizioni “GIOVANNI PIERLUIGI DA PALESTRINA”, “COMPOSITORE”, le date “1525-1594”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione della tariffa “B”.
Già in passato, il 27 giugno 1975, Poste Italiane aveva emesso un francobollo dal valore di 100 lire per celebrare il 450° anniversario della nascita del celebre compositore Il francobollo rappresenta il frontespizio della prima edizione del “Primo libro delle Messe”.