Con i contributi di Marco Fornasier – General Manager FENIARCO e Puccio Pucci Past Segretario Generale AERCO

Dal 1° gennaio 2025, AERCO (Associazione Emiliano-Romagnola Cori) inaugurerà una nuova era con l’introduzione di un logo ispirato a quello in uso da FENIARCO e dalla maggior parte delle associazioni regionali corali. Questa transizione segna non solo un rinnovamento estetico, ma anche un passo verso una maggiore coesione visiva all’interno del panorama corale italiano. Per comprendere il significato di questa scelta, è interessante ripercorrere la storia dei due loghi, evidenziando le loro origini e il percorso che li ha portati all’attuale configurazione.

Le origini del logo AERCO:  un legame con la tradizione

AERCO, nata inizialmente come AERCIP (Associazione Emiliano-Romagnola Cori di Ispirazione Popolare) il 16 maggio 1971, ha radici profonde nel canto popolare e polifonico dell’Emilia-Romagna. Nei suoi primi anni di vita, l’associazione, costituita da un nucleo di cori pionieri, sentì la necessità di dotarsi di un simbolo rappresentativo. Grazie al Maestro Giorgio Piombini, venne individuata un’antica stampa rinascimentale raffigurante cantori attorno a un “badalone”, il grande leggio dell’epoca. Questo elemento, adattato graficamente da Puccio Pucci, storico segretario di AERCO, divenne il primo logo ufficiale: un omaggio visivo alla storia e alla tradizione della musica corale.

Il logo AERCO è rimasto fedele a questa rappresentazione per decenni, evocando un senso di appartenenza e continuità storica. Tuttavia, con il passare del tempo, la necessità di un’immagine più moderna e in sintonia con l’evoluzione del mondo corale ha portato all’adozione di un nuovo simbolo, che entrerà in uso dal 2025.

FENIARCO: un’evoluzione grafica continua

La storia del logo di FENIARCO, nata nel 1984 come federazione nazionale delle associazioni corali italiane, riflette un costante processo di evoluzione e modernizzazione.

1984-2002: un simbolo pionieristico

Il primo logo FENIARCO, caratterizzato da una grafica “classica” e dagli omini colorati, rappresentava l’unione di persone diverse accomunate dalla passione per il canto corale. Questo design trasmetteva solidità e comunità, principi fondamentali per il mondo corale.

2002-2005: snellimento e modernità

Nel 2002, il logo subì una prima trasformazione, con un design più minimalista che mantenne gli omini colorati ma li rese più essenziali. Questo aggiornamento rifletteva la volontà di rendere il simbolo più adatto ai nuovi mezzi di comunicazione.

2005-2013: semplicità cromatica

Con il logo del 2005, gli omini passarono a tinta unita, conferendo un aspetto più sobrio e istituzionale. Questa scelta rispecchiava il consolidamento di FENIARCO come ente di riferimento per il mondo corale italiano.

Dal 2013 a oggi: inclusività e simbolismo

L’attuale logo, introdotto nel 2013, segna un ulteriore passo avanti. Ogni elemento – i pallini – è carico di significati: rappresentano i coristi, le aree di interesse e le note musicali, esprimendo un’identità visiva inclusiva e dinamica. Questo design riflette la missione di FENIARCO: valorizzare l’individuo all’interno del collettivo e celebrare la ricchezza del panorama corale italiano.

Un nuovo logo per AERCO: armonia e continuità

L’adozione di un nuovo logo da parte di AERCO nel 2025, ispirato al design attuale di FENIARCO, simboleggia una scelta di continuità e appartenenza al sistema corale nazionale. Come il logo di FENIARCO, il nuovo simbolo di AERCO sarà caratterizzato da elementi visivi semplici ma evocativi, capaci di raccontare la diversità e la coesione del mondo corale.

Un dialogo tra passato e futuro

L’evoluzione dei loghi di AERCO e FENIARCO racconta una storia di trasformazione, crescita e dialogo tra tradizione e innovazione. Mentre il primo affonda le sue radici nella storia rinascimentale, il secondo rappresenta un esempio di modernizzazione progressiva. Con il nuovo logo, AERCO rinnova il proprio impegno a essere parte integrante del sistema corale nazionale, mantenendo al contempo un legame profondo con la propria storia. Il risultato è un racconto visivo in cui passato e futuro si fondono, celebrando l’essenza stessa del canto corale: l’armonia delle voci unite in un unico respiro.