Domenica 6 ottobre 2024, presso la sede reggiana del Conservatorio “Peri-Merulo” di Reggio Emilia e Castelnovo ne’ Monti, ha avuto luogo un convegno su coralità e inclusione organizzato dalle Delegazioni di Ferrara, Parma e Reggio Emilia. Obiettivo del convegno è stato quello di suggerire alcune strategie e di fornire alcuni strumenti tecnici e metodologici tesi all’inclusione, all’interno dei gruppi corali amatoriali, di persone con lingua madre diversa dall’italiano, con disturbi dell’apprendimento e con disabilità (soprattutto di tipo relazionale).
Per quanto riguarda il lavoro con persone di origine straniera e parlanti l’italiano come L2, è intervenuta Luciana Manca, docente di Musica presso un Istituto Comprensivo del brindisino che ha recentemente conseguito il dottorato in Etnomusicologia all’università Tor Vergata di Roma sotto la guida della prof.ssa Serena Facci, una delle più conosciute e apprezzate etnomusicologhe italiane. L’intervento della prof.ssa Manca, dal titolo “Plurilinguismo e coralità nell’approccio glottodidattico”, ha spaziato appunto dalla presentazione dei diversi approcci legati all’insegnamento dell’italiano come lingua seconda (da quelli più tradizionali, ormai in disuso, a quelli più recenti e innovativi) alla considerazione di una prospettiva di educazione interculturale, per definizione dinamica e inclusiva, che si pone da un lato l’obiettivo di evitare quel senso di “prigione culturale” da parte degli apprendenti di origine straniera e dall’altro quello di non indurre i parlanti l’italiano come lingua madre a cadere in una “folklorizzazione” fine a se stessa. Dopo il contributo della prof.ssa Manca è stato il turno del prof. Emilio Piffaretti, docente presso il conservatorio di Milano e referente, per il medesimo Istituto, degli studenti con disabilità e con DSA. “Sistemi di notazione musicale alternativi” è stato il titolo proposto dal docente al proprio intervento, grazie al quale le persone presenti in sala (così come quelle collegate da casa) hanno avuto modo di ascoltare, grazie ad alcune registrazioni all’uopo effettuate, le difficoltà a solfeggiare che incontra uno studente o una studentessa a cui è stato diagnosticato un disturbo specifico dell’apprendimento, ma che contemporaneamente hanno sperimentato quanto queste difficoltà possano essere alleggerite grazie al ricorso a più sistemi di notazione musicale diversi da quello classico (note su pentagramma). Dopo la pausa di metà mattinata ha preso la parola la prof.ssa Giuseppina Casarin, direttrice del Coro “Voci dal Mondo” di Mestre (VE) e docente di Musica presso un Istituto Comprensivo della zona. Quello della relatrice veneta (il titolo del suo intervento, “Il canto che avvicina: un canto per sentirsi comunità”, si è rivelato azzeccatissimo) è stato un contributo che è partito dall’esperienza personale di animatrice di un coro che ha fatto dell’inclusione e della presa in carico dei bisogni delle persone più fragili la propria caratteristica principale. Le tante anime che formano questo coro, nato con l’obiettivo di intercettare le comunità di stranieri che andavano formandosi in un quartiere di Mestre ormai diversi anni fa, sono infatti sempre in viaggio (metaforicamente e non) e alla ricerca di luoghi e comunità bisognosi di un messaggio di vicinanza da trasmettere attraverso il canto e la musica. Ha infine chiuso i lavori convegnistici il dott. Giorgio Guiot, direttore del coro della Fondazione “Cantabile” di Torino, il quale ha presentato un contributo dal titolo “Il relational singing model”. Dopo aver immediatamente convolto i presenti in un esercizio interattivo, il relatore ha proiettato un video formato dalle registrazioni di alcuni incontri con un gruppo di bimbi mostrando quanto il modello di insegnamento oggetto dell’intervento stesso fosse efficace al punto da generare in un bimbo con diagnosi di disturbo dello spettro autistico un’anticipazione rispetto a ciò che sarebbe successo da lì a poco. I lavori si sono conclusi verso le 13:30 con un ottimo feedback da parte delle persone presenti.
Scrivi un commento