Per coro a 4 voci e pianoforte
Fin da bambino sono stato affascinato dalla bellezza, dalla forza espressiva e dalla profonda spiritualità delle melodie del repertorio dei cosiddetti negro spirituals, che ascoltavo suonati al pianoforte in casa o nelle registrazioni di storici gruppi vocali, come il Golden Gate Quartet. Diventato direttore di coro e compositore ho continuato a frequentare quel repertorio, sempre trovandovi nutrimento e prezioso materiale melodico a cui attingere per l’educazione musicale e corale, o da sottoporre a elaborazione polifonica. Questo brano, I Don’t Feel No-Ways Tired, è una scoperta piuttosto recente: lo trovai alcuni anni fa in una raccolta americana risalente alla metà del Novecento e ne feci subito una prima trascrizione, con un abbozzo di elaborazione corale modellata sull’armonizzazione, molto interessante, realizzata dallo stesso curatore della raccolta. In seguito tornai diverse volte sul brano, realizzando una versione a 3 voci dispari per un mio coro e poi una versione a 3 voci bianche, sempre con accompagnamento di pianoforte, per il Coro Calicantus di Locarno. Nella versione che presento qui invece mi sono distaccato dal vecchio modello americano, sia per il trattamento ritmico, qui più moderno e funky, sia per le armonie, più vicine alle sonorità jazzistiche. Il brano si articola in due sezioni: una parte A, antifonale, in cui alle frasi proposte dai bassi rispondono le altre voci con l’hallelujah; segue poi una parte B, corale a mo’ di ritornello. La struttura si ripete dall’inizio con una seconda strofa per la sezione A e la chiusa al termine della sezione B. Il mio consiglio per l’esecuzione del brano è di abbandonare spartiti e cartelle subito dopo la fase di studio per lasciare al coro la libertà di assecondare con il movimento il carattere festoso e squillante della melodia e la particolare verve ritmica di questo arrangiamento.
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