Avevamo lasciato il n. 1 di FarCoro 2024 con un ampio focus sulla vocalità ‘leggera’ dei cori pop e jazz: proseguiamo idealmente, per affinità, dedicando il dossier di questo secondo numero al repertorio spiritual e gospel. Alessio Romeo ci aiuterà nell’inquadrare le origini e il significato questi due termini e nel comprendere esattamente a cosa si riferiscano, e quali siano le loro differenze, ma il fascicolo che avete fra le mani è innanzitutto un racconto, una piccola partecipatissima summa di esperienze narrate dalla viva voce di alcuni fra i tanti cori che nella nostra Regione si dedicano a questi generi musicali. Un repertorio solo apparentemente ‘leggero’, in realtà intenso, storicamente intriso di dolore, resilienza e di fede: analizzarne i testi e farli propri è fondamentale, come pure esplorare tecniche vocali non classiche, più ‘libere’ e vicine all’improvvisazione, abituali al di là dell’Atlantico ma spesso inedite nella coralità europea di estrazione ‘colta’; apprezzeremo così il diverso uso del vibrato (combinato ad una straordinaria espressività della mimica facciale) e noteremo come l’idea di alternare ‘domanda e risposta’ fra solista e coro, una delle più antiche forme del ‘nostro’ canto liturgico, è attestata anche nei campi di cotone durante la schiavitù afroamericana, per alleviare la fatica e sostenere il ritmo del lavoro. Leggeremo dell’incontro e degli anni di canto passati insieme al maestro Nehemiah H. Brown da parte di realtà come il Faith Gospel Choir di Carpi e della testimonianza di Rossana Bonvento, che ha seguito il maestro Brown negli Stati Uniti, alla ricerca dei luoghi, dell’essenza e della quotidiana funzione del gospel; ancora, la storia del ReGospelCoro di Reggio Emilia, fondato da Navid Mirzadeh nel 1997 e che nel 2024 prosegue la sua vivacissima attività.
Seguiremo il filo dipanato da Alessio Benedetti nello scorso numero con l’articolo dedicato alla vocalità dei canti dei soldati nella Grande Guerra: Monica Sighinolfi ci racconta le vicissitudini di uno dei canti più noti della storia musicale del ‘900, La Leggenda del Piave; un canto d’autore ma ‘popolare’ per ispirazione e forma, diffusione, efficacia e funzione, pubblicato nel 1918 e inizialmente pensato per infondere coraggio nei soldati al Fronte – ancora una volta, musica corale che unisce e reca conforto in un presente doloroso. Leonardo Ian Vergari, mio allievo nell’annuale corso di polifonia rinascimentale incentrato su lettura e analisi delle fonti originali a stampa e manoscritte, ci riporta un incantevole esperimento da lui condotto dirigendo il coro di un liceo romano, in cui ha riproposto il medesimo lavoro di studio di uno strambotto quattrocentesco a 3 voci cantandolo e studiandolo esclusivamente dal manoscritto antico, senza far ricorso a partiture moderne. Di fronte ai suoi occhi i giovani coristi si sono così tramutati in pueri cantores, e ciò che sembrava difficoltoso si è rivelato un esperimento non solo possibile, ma arricchente e appassionante – tanto che i ragazzi, con questo progetto, hanno addirittura vinto un secondo piazzamento in concorso! Il repertorio polifonico ‘classico’ è protagonista dell’analisi della Windhaager Messe di Bruckner a firma di Marco Guidorizzi, in cui scopriremo l’attualità di questo piccolo lavoro corale giovanile, oggi come allora ottima opzione di studio per una realtà corale che ha iniziato da poco il suo percorso o che desideri cimentarsi con un’opera d’autore lineare, agile e non troppo complessa. La rubrica Musica dell’anima è poi dedicata alla musica protestante, dal semplice corale – elemento fondante del rito liturgico luterano – ad oratori come Membra Jesu nostri di Buxtehude, di cui Margarita Yastrebova ci regala la guida all’ascolto; e sul versante della polifonia d’autore proseguono i nostri articoli alla scoperta delle opere corali del Novecento italiano, con un focus di Diego Tripodi dedicato a Bruno Maderna. Ancora, l’importanza della musicoterapia fra anziani e malati di demenza Alzheimer nell’articolo del musicoterapista Francesco Delicati, e il notiziario delle iniziative di AERCO (dal successo del Concorso Nazionale Giuseppe Savani alla masterclass tenuta da Walter Testolin su Josquin, ‘il più moderno tra gli antichi’); ricollegandoci al dossier iniziale, nelle pagine finali troverete pronto da sperimentare l’arrangiamento di uno spiritual americano per coro a 4 voci e pianoforte di Giovanni Bataloni, dagli accenti funky e vicini al jazz. Infine, in questo numero debutta la rubrica Note legali: uno spazio in cui appunteremo consigli e procedure (spiegate in modo chiaro) sulla gestione amministrativa, economica e legale delle associazioni corali. Chi avesse domande e curiosità da sottoporci scriva ad aercobologna@gmail.com, risponderemo nel prossimo numero!
Buona lettura!
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