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La corale di S. Giovanni in Persiceto nel novembre 1968
La prima testimonianza, sia pure indiretta, riguardante attività musicale presso la Basilica Collegiata di S. Giovanni in Persiceto risale all’anno 1573: si compie in quell’anno la visita apostolica di Mons. Ascanio Marchesini delegato dal Papa Gregorio XIII. Fra le molte prescrizioni il visitatore apostolico dispone l’obbligo, entro due anni, di dotare la chiesa di un nuovo organo. Ci stiamo riferendo alla vecchia chiesa in stile romanico, demolita alla fine del ‘600 per le precarie condizioni strutturali, che lascerà il posto alla nuova Collegiata in stile barocco. Possiamo affermare con sicurezza che la prescrizione del visitatore viene esaudita, poiché dal 1600 troviamo negli archivi alcuni nomi di organisti e maestri di cappella operanti in Collegiata, alcuni completamente sconosciuti, ma vi sono anche nomi di un certo rilievo – ad esempio, il bolognese Ercole Porta e padre Francesco Passarini, minore conventuale.
Alcune composizioni di questi musicisti sono conservate nella biblioteca del Museo della Musica di Bologna, e nella prefazione di alcune di queste opere possiamo leggere dediche gratulatorie verso la Comunità di Persiceto; significativa a questo proposito è la dedicatoria scritta da Francesco Passarini nella sua Compieta concertata (1672) dedicata «alla molt’illustre Communità di S. Gio. in Persiceto»: una dedica forse un po’ retorica, ma che rivela, a voler dar credito alle parole del Passarini, come a S. Giovanni ci fosse già una tradizione musicale che vedeva chiamati all’incarico di organisti e maestri di cappella musicisti di rilievo.
Nel corso del ‘700 sono censiti vari nomi di maestri di cappella e organisti, per lo più sconosciuti. L’unico che assunse una certa notorietà fu don Gabriele Vignali, il quale esercitò il suo incarico all’incirca dal 1751 al 1770.
Programma della Messa Solenne in Musica composta e diretta da Francesco Forni (1850)
Molte sue composizioni si trovano presso la Biblioteca del Museo della Musica di Bologna: di particolare interesse è la raccolta di sonate per cembalo dedicate al canonico persicetano don Ercole Morisi, che in seguito diverrà maestro di cappella a Persiceto succedendo allo stesso Vignali. Nemmeno nella prima metà del ‘800 abbiamo particolari notizie, mentre nella seconda metà del secolo spiccano tre musicisti dal tipico cognome persicetano: Augusto, Francesco e Oreste Forni. Tutti e tre i maestri sono diplomati alla maggiore istituzione musicale del tempo, la Regia Accademia Filarmonica di Bologna, la cui biblioteca conserva alcune loro composizioni. Il principale protagonista musicale del periodo a Persiceto è Francesco Forni, il quale reggerà l’incarico di organista e maestro di cappella dal 1850 al 1887. Nell’archivio della Collegiata vi sono diversi documenti riguardanti il M° Forni: fra quelli degni di nota un programma, purtroppo incompleto, di una Messa Solenne che vedeva la presenza di numerosi strumentisti e cantanti solisti, varie lettere, e una richiesta di aumento di stipendio, con tanto di puntiglioso elenco di tutti i compiti dell’organista: Forni arriva ad elencare ben 228 obblighi per messe e funzioni varie nel corso di un anno. Una mole di lavoro non indifferente che meritava, a suo dire, un aumento. Oreste Forni, nipote di Francesco, prestò servizio come maestro di cappella a Persiceto per pochi anni, dal 1893 al 1897. In seguito si trasferì in Germania per studiare Composizione e Violino al prestigioso Conservatorio Stern di Berlino. Fondatore di un complesso musicale denominato Concerto Felsineo, che annoverava molti musicisti persicetani, con questo gruppo girò tutta Europa ottenendo straordinari successi. Rientrato in Italia Oreste Forni concluse la sua carriera musicale come direttore della banda musicale di Sassocorvaro nelle Marche.
Ercole Porta, Hore di ricreatione musicale a una, e due voci (Venezia, 1612) – Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, BB.174
Musicista di rilievo e assolutamente da riscoprire, lasciò in eredità al comune di Sassocorvaro la sua ricchissima biblioteca contenente, tra l’altro, centinaia di sue composizioni. È probabile che in questa biblioteca si possano trovare sue composizioni risalenti al suo periodo persicetano. L’inizio del ‘900 fu caratterizzato dalla promulgazione del Motu proprio di Pio X sulla riforma del linguaggio della musica sacra; incoraggiata da questo documento avanzò a grandi passi la cosiddetta “riforma ceciliana”, che si riprometteva un ritorno del linguaggio liturgico musicale alla purezza del contrappunto in stile classico e la purificazione da tutti i moduli e gli stili tipici dell’opera lirica, che avevano via via invaso i sacri riti. Sulla scia delle composizioni e soprattutto delle messe di don Lorenzo Perosi fiorirono numerosissime le scholae cantorum. A S. Giovanni in Persiceto, nel Dopoguerra, si ricostituì una corale formata da adulti, prima solo maschile poi dalla metà degli anni ‘50 coro misto: il repertorio era costituito dalle messe di Perosi e da altre composizioni classiche, come l’Ave verum di Mozart, brani di Händel, ecc. Ultimo direttore di questa corale fu il M° Giuseppe Crema. Il 27 aprile 1966 ebbe luogo un avvenimento di grande portata per la comunità parrocchiale e per la città di Persiceto: l’inaugurazione del nuovo grande organo fortemente voluto dal parroco Mons. Guido Franzoni. Coincidenza davvero significativa: in quello stesso giorno alla stessa ora a Roma aveva luogo la prima mondiale della cosiddetta “messa beat”, un nuovo stile di musica liturgica “giovanile” ispirato alle canzonette di musica leggera… che tanti danni procurò in seguito nell’ambito della musica per la liturgia. Grazie anche alla presenza del grande organo, dei numerosi organisti e delle corali polifoniche, questo degrado a Persiceto non si diffuse. L’organo Tamburini ha dato lustro alla intera città di Persiceto: sotto l’impulso di Don Guido Franzoni molti giovani persicetani intrapresero la strada dello studio della musica e dell’organo in particolare, e ad oggi sono ben 7 i diplomati in organo; molti sono concertisti affermati e docenti in vari conservatori italiani, un fatto più unico che raro. A fine gennaio 1971 il parroco Mons. Guido Franzoni, tanto legato alla corale, lasciò la parrocchia. L’anno seguente ritornò nella sua terra veneta don Giovanni Volpato, che per 16 anni era stato oltre che cappellano un vero protagonista e il collante della corale polifonica, che si sciolse poco tempo dopo. Infine, Il 27 gennaio 1973 – esattamente a 400 anni dal primo documento con cui abbiamo iniziato questo breve excursus -, per iniziativa di don Enrico Sazzini nuovo parroco di Persiceto e del M° Gian Paolo Bovina (organista della Collegiata), nasceva la nuova cappella musicale della Collegiata di S. Giovanni Battista: il coro dei Ragazzi Cantori di S. Giovanni.
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