Tradizioni da coltivare e custodire insieme a nuove frontiere in Emilia-Romagna
Di Elena Bacarella
Responsabile Scuola di Associazione Emiliano-Romagnoli Cori e Docente dell’Istituto Comprensivo Granarolo dell’Emilia
La musica rappresenta una delle espressioni artistiche più significative della cultura umana, capace di connettere le persone attraverso le emozioni. Tale insegnamento assume un ruolo importante nella formazione degli individui fin dai primi anni di scuola. Sin dalla tenera età, è importante garantire alle bambine e ai bambini la possibilità di avvicinarsi al mondo musicale in modo coinvolgente e stimolante. Dai primi anni del duemila, molti istituti della nostra regione (Legge 3 marzo 1999, n. 124) hanno introdotto percorsi ad indirizzo musicale che prevedono la presenza di insegnanti specializzati nella materia che puntano alla verticalizzazione delle esperienze maturate con un approccio pratico (DM 6 agosto 1999 n. 201). Questi percorsi integrati dall’attenzione per la nascita in quegli anni, degli istituti comprensivi, permettono al legislatore di implementare moduli didattici per i docenti della scuola primaria (DM 31 gennaio 2011 n. 8) al fine di diffondere la cultura e la pratica musicale, rivolte alle bambine e ai bambini. In Emilia-Romagna, nella prassi, sono nati progetti didattici con l’obiettivo di sperimentare la vocalizzazione, lo strumentario Orff, e altri aspetti musicali legati alla crescita. Imparare a suonare uno strumento, conoscere la teoria musicale e apprezzare le diverse forme di musica entro il termine della scuola secondaria di I grado, è un aspetto importante nello sviluppo del futuro cittadino, come diritto di espressione e di realizzazione personale. Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo della Scuola dell’Infanzia e del I Ciclo di Istruzione (DM 16 novembre 2012 n. 254) hanno tracciato la via da seguire alle scuole del territorio nazionale, caratterizzando anche le diverse tradizioni locali. Grazie alla presenza di insegnanti qualificati, le studentesse e gli studenti nella scuola secondaria di I grado, possono essere seguiti in modo “personalizzato” ed esprimersi liberamente attraverso la musica secondo gli obiettivi espressi nei curricoli di istituto. Gli istituti di primo grado per la loro caratteristica orientativa promuovono la musica anche attraverso l’organizzazione di eventi e spettacoli che consentono agli studenti di rafforzare le soft skills in termini personali, sociali e ne certificano le competenze al termine degli esami di Stato (D.lgs. 13 aprile 2017 n. 62). Il canto si inserisce all’interno di queste esperienze con una forte connotazione artistica e culturale. L’esperienza emiliano-romagnola, in questi ultimi anni ha visto anche nelle nostre scuole subire una battuta d’arresto a causa delle limitazioni poste nel periodo pandemico che hanno fermato alcune esperienze importanti. Nel corso di questo anno scolastico, sono ripartite molteplici iniziative corali e musicali al fine di riprendere riflessioni e attività precedentemente sospese e dare luogo ad una “rinascita” tanto attesa, nonché sperata. Queste attività rappresentano un’opportunità per le allieve e gli allievi al fine di rafforzare
le abilità musicali e di crescere sviluppando l’autostima. La musica e il canto svolgono un ruolo importante nell’esercizio di tutte le abilità sociali e nel contrasto alla dispersione scolastica. La possibilità di seguire un percorso ad indirizzo musicale rappresenta un’opportunità pomeridiana per gli studenti che vogliono arricchirsi di una passione che li motiva ad andare a scuola, ad impegnarsi nello studio e a leggere la realtà che li circonda con lenti più profonde. La musica e il canto infatti sono ottimi alleati per insegnare ai più piccoli l’importanza della disciplina, della costanza, della collaborazione, del fare insieme e della creatività. Imparare a suonare uno strumento richiede sicuramente un impegno costante e una pratica regolare ma tale impatto può migliorare altri aspetti della vita dei nostri “ragazzi”. In un’ottica di comunità aperta e civica, l’insegnamento della musica e del canto rappresenta un elemento fondamentale della formazione degli individui e contribuisce al loro sviluppo culturale e civico. Grazie ai percorsi ad indirizzo musicale e alla promozione della musica negli istituti del I Ciclo di istruzione, regolamentati recentemente dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (DM 1° luglio 2022 n. 176), è possibile offrire alle studentesse e agli studenti un’esperienza coinvolgente e formativa che li porti concretamente a crescere e a realizzare i propri sogni, la propria personalità e il loro potenziale. Tali peculiarità sono legate allo studio dei diversi strumenti musicali, suddivisi in cinque famiglie (strumenti: ad arco, a fiato, a percussione, a tastiera, a corde pizzicate). Negli ultimi anni tra le pratiche più diffuse ve ne sono alcune che si sono rivelate una scelta vincente come “Voci del Mondo”, progetto finanziato nel corso dell’A.S. 2021/2022 dall’Associazione AERCO in Emilia-Romagna, che ha permesso la sperimentazione di alcune forme musicali che hanno radici nella cultura mediterranea, caratterizzate da una forte improvvisazione, ritmi complessi e l’utilizzo di una grande varietà di strumenti creati con materiali di recupero. In continuità con questa esperienza, l’Istituto scolastico di Granarolo dell’Emilia, l’Istituto comprensivo N. 1 di Modena, la Direzione Didattica di Mirandola, l’Istituto Comprensivo Alberto Manzi in provincia di Ferrara, l’Associazione Cori Emiliano Romagnoli, la Fondazione Scuola di Musica Carlo e Guglielmo Andreoli, costituendo un partenariato strategico, stanno implementando “Voci del Mondo” in una cornice regionale più ampia, attraverso interventi per la promozione dei «temi della creatività» sui territori per la messa a disposizione di risorse laboratoriali, strumentali e professionali, non presenti nelle scuole anche al fine di realizzare le azioni di cui alle misure c), e), f), g) e i) dell’avviso pubblico Piano delle Arti – DPCM 12 maggio 2021 e All. A paragrafo 6, punto 6.1 (Misura D). Le proposte corali, strumentali e di realizzazione degli strumenti, favoriranno nelle alunne e negli alunni più piccoli, la diffusione di esperienze volte ad educare a nuovi linguaggi, al piacere del bello e al sentire estetico, alla connessione insolita dei dati sensoriali, ai processi cognitivo-emotivi sinestetici e metaforici, all’esplorazione dei materiali musicali sonori convenzionali e non convenzionali, all’espressione di pensieri ed emozioni con immaginazione e creatività attraverso la voce, il gesto, il segno e il simbolo, la drammatizzazione, i suoni, la musica, la manipolazione, l’attività grafico-pittorica e plastica, l’osservazione di luoghi e di opere per sviluppare le potenzialità emotive, cognitive, linguistiche, motorie, relazionali e sociali del bambino. Le proposte laboratoriali avranno come destinatari finali le persone di minore età individuate per fasce di età (0-6 anni; 5-14 anni; 11-14 anni), salvo il caso di interventi finalizzati a favorire azioni specifiche di scambio e di dialogo. L’esperienza in ambito europeo condotta dall’I.C. Granarolo dell’Emilia (BO), nella nostra regione vuole essere un’opportunità di apertura a tutte le scuole in occasione del nuovo programma europeo di mobilità e di formazione, nonché per le nuove frontiere che il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ci concederà di sviluppare. Il progetto Erasmus plus LINK – Imparare in una nuova chiave, coinvolgere i giovani vulnerabili nell’istruzione scolastica (Learning in a New Key. Engaging Vulnerable Young People in School Education), è stata un’esperienza condotta durante il progetto Erasmus Plus LINK che ha fornito un’opportunità educativa e formativa, rispetto alla valorizzazione dei giovani “vulnerabili” che rischiano l’abbandono scolastico o che si trovano in situazioni di disagio sociale. Il progetto è stato sviluppato da un consorzio di organizzazioni europee provenienti da Italia, Portogallo, Regno Unito e Polonia. Per l’Italia L’Istituto Comprensivo Granarolo dell’Emilia (BO), insieme con l’Università di Bologna, Dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin”, l’Associazione MusicSpace Italy a fianco di altri paesi, tra cui l’Inghilterra, paese con il ruolo di coordinamento (Prof. Nick Clough), la Polonia e il Portogallo. Il partenariato ha lavorato insieme per identificare le migliori pratiche educative e sviluppare nuove metodologie che aiutano i giovani vulnerabili ad accedere all’istruzione, a sviluppare competenze e abilità per il futuro (Zanchi, B., Bacarella, E., Bonfiglioli, L., Addessi, A. R., Colace, E., & Quadrelli, F. (2017). Inclusive practice in Italian schools: Body and music for listening and sharing without words. Educação, Sociedade & Culturas, (50), 33–52.
https://doi.org/10.34626/esc.vi50.134). Il progetto LINK ha mirato a coinvolgere gli studenti in attività di apprendimento pratico, attraverso i linguaggi musicali, verbali e non verbali, per sviluppare competenze sociali e relazionali, migliorare l’autostima e aumentare il coinvolgimento nella scuola e nella comunità. Il progetto ha previsto anche la formazione di insegnanti e operatori scolastici al fine di identificare e sostenere i nuovi bisogni dei giovani “vulnerabili”, nonché di creare reti di scuole e organizzazioni che si scambiano le migliori pratiche e si sostengono reciprocamente. Uno degli aspetti più interessanti del progetto LINK è stato il valore attribuito alla collaborazione tra studenti, insegnanti e comunità locali. Gli studenti sono stati coinvolti in attività che hanno registrato un impatto positivo nella comunità, attraverso l’esibizione in luoghi d’arte non sempre accessibili a tutti, come la Cappella Farnese – Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo Comunale, il Museo Davia Bargellini, la Sala Borsa di Bologna, anche tramite iniziative di sensibilizzazione su temi sociali e di aiuto verso i compagni in difficoltà. Il progetto LINK è stato ben accolto a livello europeo e ha raggiunto molti giovani “vulnerabili” in tutta Europa. AERCO è stato partner nell’organizzazione di alcuni “Multiplier Event” che hanno rafforzato un sodalizio professionale e umano con i docenti coinvolti e i professionisti dell’associazione. Grazie alle attività e alle metodologie sviluppate nel corso del progetto, molti studenti sono stati motivati ad attivare aspetti di resilienza e a realizzare il loro percorso educativo. Inoltre, il progetto LINK ha dimostrato che il canale comunicativo corale e musicale può essere un potente strumento di inclusione sociale e di lotta alla povertà, e che le scuole possono svolgere un ruolo cruciale nel supporto dei giovani con minori possibilità, attraverso l’empatia, la danza-movimento, l’arte e la musica abbinata alla costruzione dei testi. Tale modello appare oggi necessario e rispondente ad un periodo complesso che la nostra società sta vivendo e potrà essere riproposto in occasione dell’attuazione del PNRR.
L’alfabetizzazione musicale è un aspetto fondamentale dello sviluppo cognitivo e creativo delle bambine e dei bambini. L’esposizione alla musica fin dalla più tenera età ha un impatto significativo sulle loro capacità di apprendimento e sulle loro abilità sociali ed emotive. In Emilia-Romagna, ci sono numerose iniziative che promuovono l’alfabetizzazione musicale tra i bambini di età compresa tra 0 e 6 anni. Questi programmi offrono un’esperienza di apprendimento divertente e coinvolgente che aiutano i bambini a sviluppare abilità come l’ascolto attivo, la coordinazione motoria, la memoria e la comprensione del ritmo. Uno dei vantaggi dell’alfabetizzazione musicale, è il suo effetto positivo sull’apprendimento delle lingue (Content and Language Integrated Learning – CLIL. Si tratta di una metodologia che prevede l’insegnamento di contenuti in lingua straniera. Ciò favorisce sia l’acquisizione di contenuti disciplinari sia l’apprendimento della lingua straniera). I bambini esposti alla musica fin dalla più tenera età sviluppano una maggiore sensibilità alle diverse “tonalità” e ai ritmi della lingua, aiutandoli a imparare a parlare in modo più fluido e preciso (FONEMI IN MUSICA di Gemma e Alessandro Loi, Ed. Didattica Attiva). Inoltre, l’alfabetizzazione musicale può anche essere utilizzata come uno strumento per l’integrazione sociale. La musica unisce le persone attraverso la condivisione di emozioni e sentimenti. Quando i bambini imparano a suonare uno strumento musicale o cantano in un coro, acquisiscono abilità sociali e sviluppano competenze civiche come la collaborazione, la condivisione e la risoluzione dei conflitti. Nella regione dell’Emilia-Romagna, molte scuole e asili nido offrono programmi di alfabetizzazione musicale per bambini di età compresa tra 0 e 6 anni. Questi programmi sono pensati per essere divertenti e coinvolgenti, e utilizzano una varietà di strumenti, giochi e attività per insegnare ai bambini le basi della musica. Alcune iniziative nella nostra regione sono rivolte specificamente ai bambini con disabilità. La musica è un mezzo inclusivo che aiuta a rompere le barriere di comunicazione e a creare un ambiente di apprendimento positivo per tutti. Attraverso lo strumentario Orff, con i più piccoli si sperimenta la propedeutica dell’alfabetizzazione musicale, come elemento chiave nello sviluppo dei bambini. La musica non solo li aiuta a sviluppare abilità cognitive e sociali che da 0 a 6 anni risulta trasferire interdisciplinarità, ma può anche essere utilizzata come strumento sociale per valorizzare la diversità.
Tra le attività molto diffuse nelle nostre scuole, vi è il ricorso a piattaforme come “Spreaker”, piattaforma di podcasting che ha rivoluzionato il modo in cui le persone ascoltano e creano contenuti audio online. Da alcuni anni, si realizzano interessanti contenuti multidisciplinari nella normale attività didattica e Spreaker, è diventato un punto di riferimento per gli appassionati di musica in tutto il mondo. Grazie alla sua vasta libreria di musica, gli utenti possono ascoltare una varietà di generi musicali, dalle ultime novità alle canzoni più classiche. Rispetto a questo strumento con potenzialità altissime occorre ricordare alle scuole il necessario presidio in materia di privacy e di trasferimento dei dati all’esterno. Tra le pratiche più comuni in ambito scolastico, troviamo anche svariati modi e approcci efficaci per insegnare la musica alle bambine e ai bambini, tra questi si reputa molto significativo il gioco. I più piccoli amano giocare e divertirsi, e se riescono a farlo mentre imparano qualcosa di nuovo, il processo di apprendimento risulta ancora più efficace. Pertanto, è importante creare attività ludiche che coinvolgano la musica per insegnare loro, i fondamenti della teoria musicale, la lettura delle note e l’ascolto critico. Tra le buone prassi didattiche, si porta in evidenza il “Memory delle note”. Questo gioco richiede, la capacità di trovare le coppie di note corrispondenti come nell’omonimo gioco di carte tematiche. Un altro gioco che risulta significativo e coinvolgente, è “Primo concerto”, in cui gli alunni videoregistrati creano le loro performance musicali, scegliendo gli strumenti e le note da suonare, cimentandosi con una prima vera e propria audizione fai da te. Tra le prassi più originali in contesto scolastico, trova un suo spazio la conoscenza e l’approfondimento degli strumenti musicali e della loro organologia. L’organologia degli strumenti musicali si riferisce allo studio degli strumenti musicali e della loro classificazione (MUSICA E GIOCO Manuale di educazione musicale di Mineo D. e Mirra P. – 2017). Gli strumenti musicali possono essere classificati in base al loro timbro, alla loro famiglia o alla loro funzione. Ad esempio, gli strumenti a fiato si dividono in legni e ottoni, mentre gli strumenti a corda possono essere suddivisi in archi e corde pizzicate. Un manuale di educazione musicale dovrebbe includere anche informazioni dettagliate sulle parti degli strumenti musicali, come la tastiera del pianoforte, la campana della tromba o la paletta del violino. Queste informazioni sono fondamentali per capire come gli strumenti producono i suoni e per apprezzare meglio la musica. Questi aspetti tecnici in una istituzione scolastica che accoglie l’utenza dai 3 ai 14 anni d’età non deve essere sottovalutata, poiché risulta molto significativa l’attività di continuità se si punta alla conoscenza degli strumenti, alla sperimentazione dei suoni e dei diversi linguaggi, partendo dalla primissima infanzia con la creazione di strumenti con materiali di recupero, sino alla conoscenza e alla presentazione della vasta gamma di possibilità man mano gli studenti sono chiamati a scegliere quale strumento suonare. Gli strumenti musicali e la loro organologia sono importanti per comprendere il processo di creazione della musica e per apprezzarne appieno il suono. Anche i più semplici manuali di educazione musicale dovrebbero includere informazioni dettagliate su questi argomenti, oltre ad una serie di attività ludiche per coinvolgere i bambini nella scoperta della musica. È importante incuriosire i bambini verso le caratteristiche degli strumenti e dei loro suoni. Resta prioritario, valorizzare le ore curricolari obbligatorie di musica nella scuola primaria e di attività musicale nella scuola secondaria di I grado per consentire a tutte e tutti di conoscere e sperimentare il vasto oceano sonoro.
Per questo il curricolo del primo ciclo deve essere tarato sulla musica e sul gioco, affinché si possano combinare efficacemente queste componenti per insegnare l’educazione musicale. I docenti devono essere in grado di insegnare le tecniche e le abilità necessarie per suonare uno strumento o fare musica d’insieme.
Motivare gli studenti, creare un ambiente positivo e collaborativo dove ognuno si senta a proprio agio rappresenta la nuova sfida educativa, dove è necessario un ripensamento delle pratiche educative e strumentali. Molte sono le iniziative locali, regionali e nazionali che mettono i temi musicali nelle scuole al centro delle agende didattiche e formative. Si pone rilievo alla Settimana nazionale della musica (https://lamusicaunisce.indire.it/webinar-2022-2/) organizzata annualmente dall’INDIRE, dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e dal Comitato Nazionale per l’Apprendimento della Musica che può essere un modo efficace per promuovere la musica e la cultura musicale nell’agenda delle nostre scuole, grazie alla partecipazione delle famiglie, dei docenti e dei dirigenti scolastici che investono risorse umane ed economiche nei progetti di qualificazione dei Piani dell’Offerta Formativa e dei Programmi Annuali. Questa vetrina nazionale include concerti, conferenze, seminari e altre attività che promuovono la musica come sistema. La settimana nazionale della musica dovrebbe essere utilizzata nelle scuole a forte vocazione musicale per sensibilizzare la comunità scolastica e locale, sull’importanza dell’istruzione musicale in un’ottica di realizzazione dei patti territoriali. Gli stessi percorsi ad indirizzo musicale, negli istituti di primo grado, dovrebbero essere una vetrina e aprirsi al territorio organizzando micro-lezioni aperte, video in pillole da destinare a tutte le tipologie di pubblico. Questi percorsi potrebbero includere gli alunni che frequentano gli indirizzi musicali e i loro coetanei che fanno musica in orario curricolare, al fine di suonare insieme uno strumento e partecipare ad un ensemble musicale. Questo aspetto orizzontale crea connessioni nuove e inietta nuova linfa nei percorsi scolastici che potrebbero essere utilizzati per aiutare gli studenti a sviluppare le abilità musicali e a scoprirne il loro potenziale. Tale approccio non dovrebbe essere limitato alle scuole private o ai conservatori ma “patrimonio” a servizio di tutte le comunità scolastiche e dei territori, dove la collaborazione tra servizio pubblico e terzo settore riuniti in forme consorziali, dovrebbe favorire l’opportunità a far imparare la musica e a sviluppare le abilità musicali di tutte le bambine e i bambini. Importanti sono le esperienze maturate negli ultimi vent’anni in regione dove la diffusione della pratica musicale ha favorito la ricerca e ha aiutato a creare una cultura musicale ricca e vivace nei diversi territori. Tra queste peculiarità ha un carattere quasi singolare, l’impegno e il riconoscimento delle scuole di musica, un altro pilastro della tradizione della nostra regione. Le scuole di musica dovrebbero essere riconosciute e supportate maggiormente dal sistema nazionale e dalle comunità locali per connotare maggiormente il sistema di istruzione e l’offerta formativa territoriale in un’ottica integrata. Questa progettualità dovrà essere rendicontata a favore degli stakeholders in un’ottica di circolarità che deve essere presente nei documenti che caratterizzano le nostre istituzioni scolastiche, quali il Rapporto di Auto Valutazione (RAV), il Piano di Miglioramento (PdM), il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) e la Rendicontazione Sociale (RS). In un’ottica di estensione del tempo scuola nelle fasce pomeridiane sempre più richieste dalle famiglie, si sperimentano servizi ad hoc a domanda individuale che potrebbero far convergere le opportunità locali al rispetto dei vincoli normativi in materia di organico delle scuole. Fornire agli studenti una solida formazione musicale unitamente alla possibilità di tenere le scuole aperte nel pomeriggio, come contenitori e luoghi cari agli studenti, porterebbe a soddisfare le esigenze di tutti gli studenti, dalla scuola dell’infanzia all’istruzione secondaria di secondo grado, creare luoghi di aggregazione protetti e multidisciplinari, favorire l’implementazione di orchestre e bande musicali tra ex studenti in un’ottica di crescita e di accompagnamento tra studenti più grandi e alunni più piccoli.
Offrire corsi opzionali o facoltativi di strumento o di canto, e organizzare spettacoli e concerti per permettere agli studenti di esibirsi davanti al pubblico, rappresenta un arricchimento per le scuole ad indirizzo musicale. I vincoli dettati dall’obbligatorietà dello studio dello strumento per tre anni di corso con l’attività di approfondimento durante gli esami di stato, non sempre consentono ai diversi profili di trovare il giusto spazio. Questa prospettiva deve far riflettere le scuole e prevedere nei propri documenti, specifici progetti extrascolastici di accompagnamento per approfondire la formazione musicale degli alunni o per far svolgere attività artistiche e ricreative tra pari.
Questi progetti devono trovare agili canali di finanziamento e di opportunità, come la piattaforma di crowdfunding del MIM, accessibile attraverso internet selezionando il sito https://idearium.istruzione.it/ spazio dedicato alla gestione dei progetti che le scuole possono concretizzare attraverso contributi di privati sostenitori. Tali contributi possono essere versati da parte dei privati sostenitori attraverso il sistema elettronico di pagamenti PagoPA. Altra iniziativa regionale interessante, è rappresentata dai progetti di educazione musicale promossi dalle istituzioni locali, come ad esempio il Festival della Musica e dell’Arte Contemporanea di Ferrara, il “Buskers Festival”, che offre agli studenti l’opportunità di partecipare a workshop e concerti gratuiti con musicisti di fama internazionale. La pratica musicale rappresenta un’opportunità formativa e di crescita personale per gli studenti, che possono sviluppare le proprie capacità artistiche e sociali attraverso l’apprendimento della musica e dell’arte grazie a pittori, ritrattisti, acrobati e giocolieri. La musica può essere utilizzata come strumento d’unione, tra culture diverse e “dove le parole non arrivano, la musica parla” (si veda https://www.ferrarabuskers.com/).
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