Quella che sto per raccontare è la visione privilegiata di un’esperienza musicale importante che ho avuto il piacere di condividere con tanti appassionati musicisti lo scorso autunno: la nascita del Coro Regionale AERCO che ho avuto l’onore di preparare per il “Concerto del Ringraziamento” il 7 dicembre 2022 presso la Chiesa di Santa Cristina della Fondazza a Bologna.

Ripensandoci…

Non posso fare a meno di pensare che il Coro Regionale sia stato, e potrà essere per molti cantori il superamento della linea d’ombra, il passaggio a un’esperienza musicale adulta, vissuta in pienezza e consapevolezza, la possibilità di cimentarsi in repertori diversi da quelli praticati con il proprio coro di provenienza. Tutto questo in un ambiente in cui si conoscono altre persone che condividono una passione, ma anche in cui tutti, a cominciare dal direttore, hanno il coraggio di mettersi in gioco per raggiungere un obiettivo. Credo che cantare per anni un repertorio consolidato nello stesso gruppo, con gli stessi cantori, con lo stesso direttore crei certamente un senso di appartenenza e di sicurezza. Credo anche, però, che sia fondamentale cercare di ampliare i propri orizzonti, senza la paura di inciampare, perché da ogni caduta si impara a rialzarsi e a proseguire il cammino.

Il progetto

Il coro Regionale, fortemente voluto da AERCO, nasce sul finire di settembre 2022. Un’idea semplice nei contenuti, ma di complessa realizzazione: la creazione dal nulla di una nuova compagine corale che si concentrasse sullo studio e l’esecuzione di un repertorio in poche prove, composta da volenterosi cantori proveniente da tutta la regione. Dopo qualche settimana dalla pubblicazione del bando, circa cinquanta persone di età, cultura e sensibilità diverse hanno risposto alla chiamata. I componenti del nuovo gruppo avevano esperienze corali molteplici, conoscenze musicali differenti, la formazione vocale non omogenea.

La scatola di montaggio

La prima grande, difficile decisione è stata la scelta a priori delle partiture da eseguire. Il corale finale della Cantata BWV 147 di J. S. Bach era un bis perfetto, ma mancava il brano principale. Ho pensato non dovesse essere una composizione troppo conosciuta, che presentasse difficoltà accettabili, ma che al contempo mettesse in luce diverse peculiarità nella scrittura musicale e, da ultimo, mi conquistasse con la sua bellezza. Fissati gli obiettivi, è cominciato un paziente lavoro di ricerca e selezione di numerose partiture. Lo “Utrecht Jubilate” HWV 279 di G. F. Haendel alla fine è risultato il candidato perfetto. La dedica del brano era potenzialmente beneaugurante nell’ottica degli accadimenti dell’ultimo anno. Era stato eseguito insieme al “Te Deum” per la prima volta nella Cattedrale di St. Paul a Londra per sancire il trattato di Utrecht del 1713 che poneva la fine a un lungo conflitto durato oltre una decina d’anni in Europa. La composizione ha una durata pertinente a un gruppo che si sarebbe incontrato per la prima volta, quindi plasmabile nel dettaglio di una concertazione attenta. Il testo del Salmo 100, gioioso e festante, ricolmo del rendimento di grazie verso un Dio benigno e generoso, è messo in musica da Haendel nella versione del “Common book of prayer”, ed è articolato in sezioni stilisticamente ben differenziate. I fugati intricati si alternano a pagine commoventi divise tra soli e coro, e i corali sereni a momenti di agilità quasi strumentale, come nella fuga finale. In questo brano il coro non è marginale, ma anzi ha modo di esprime a pieno tutte le caratteristiche della scrittura del compositore. Altro elemento non trascurabile è che la lingua inglese è patrimonio condiviso da molti cantori, che la leggono con tranquillità.

Istruzioni d’uso

Due incontri on-line sono stati preliminari alle prove in presenza. Partitura alla mano, ogni cantore ha avuto le istruzioni per approcciarsi allo studio in autonomia, con qualche consiglio sulle parti più rischiose e il suggerimento di alcuni esercizi di vocalità atti a risvegliare l’agilità e la nitidezza nell’emissione che questo repertorio necessità.

Le due sessioni di studio, a distanza di circa un mese l’una dall’altra, sono cominciate con un lungo riscaldamento delle voci. I vocalizzi e i “gesti vocali” che normalmente utilizzo, erano mirati al raggiungimento di una emissione e di un suono quanto più possibile omogenei. La ricerca continua di un “colore vocale” distintivo credo sia alla base della qualità di una buona compagine corale. Da subito l’atmosfera è stata distesa, amichevole e molto serena. La maggioranza dei cantori è arrivato con un’ottima preparazione che ha permesso di includere anche i meno sicuri. Insieme abbiamo costruito il contrappunto con tenace chiarezza, differenziando il più possibile i piani sonori all’interno della partitura, che via via diventava sempre più nitida a chi la cantava. È stato un lavoro di cesello, sempre inframezzato da momenti di relax e continuo dialogo tra la direzione e le sezioni. Il clima di naturale cordialità e fattiva collaborazione ha permesso un lavoro instancabile molto appagante per tutti. Ho sempre incoraggiato a superare le incertezze e gli inciampi, sicura che la profonda motivazione e l’attenzione ai consigli dati avrebbe portato i frutti desiderati.

Il traguardo

Con grande soddisfazione del coro, entusiasta nonostante la stanchezza della giornata, il concerto del 7 dicembre 2022 ha segnato l’arrivo di un percorso durato due mesi. Sotto la direzione sapiente e attenta del M° Giulio Prandi alla guida per l’occasione dell’Orchestra Sinfonica d’Este e dei solisti Elena Biscuola (contralto), Ilaria Ribezzi (mezzosoprano) e Federico Sacchi (basso),  si è tenuto il “Concerto del Ringraziamento” in favore della LILT. Il pubblico che ha assiepato la chiesa della Fondazza ha risposto con sincera partecipazione ed entusiasmo. Ho visto concretizzarsi finalmente tutto il lavoro profuso nei mesi precedenti.

Ringraziamenti

In questo breve e intenso viaggio ho avuto al mio fianco il M° Luciano D’Orazio, paziente e bravissimo strumentista a tasto. Non posso citare i nomi di tutti i colleghi direttori che hanno cantato nel coro e nemmeno ogni singolo corista, dei quali ricordo i visi e gli occhi e gli abbracci alla fine del concerto e ogni volta che ci si incontra in regione per qualche bella iniziativa musicale.

Ringrazio Mirco Tugnolo, Direttore generale di AERCO, grazie al quale ogni aspetto organizzativo è stato perfetto.

Ringrazio infine la Commissione artistica di Aerco, con il suo Presidente M° Gianluigi Giacomoni, e il suo Presidente dell’Associazione M° Andrea Angelini, che hanno rinnovato la fiducia nel mio lavoro, riconfermandomi per quest’anno alla guida del CRER: mentre scrivo queste poche righe è in corso un nuovo progetto.

Ilaria Poldi