Dodicesima edizione della rassegna ‘Voci nei Chiostri’

“Voci nei Chiostri” è giunta alla dodicesima edizione e, ragionando in linea con i tempi, quest’anno è stata dedicato alla divulgazione del sentimento della Pace, per molto aspetti messa a dura prova in questo particolare momento storico. E abbiamo avuto anche un vantaggio nel porre al centro questo tema: il coro per eccellenza è sinonimo di armonia, di condivisione ma anche di svago, di divertimento e spensieratezza; le voci che contrappuntano, che si rincorrono, che si uniscono insieme a creare accordi in continuo mutamento, possono ben rappresentare un ideale di società unita, in cui tutti sono necessari, proprio in virtù del ruolo che svolgono, qualsiasi esso sia.
Ed ecco che ci è venuto facile trovare il motto “We move the world” che è tratto dal bellissimo canto del compositore croato Branko Stark autore di parole e musica, e che continua dicendo “noi cantiamo assieme, cantiamo ogni giorno ed ogni notte.” E ancora “noi cantiamo per la pace, noi cantiamo per l’amore”. Il canto è dedicato dall’autore a tutti i cori del mondo, a sottolineare la necessità di una comunità, in questo caso quella corale, che ha rappresentanti e ‘ambasciatori’ in tutte le parti del pianeta.

Kormalta a Voci nei Chiostri

All’edizione 2022 appena conclusa hanno partecipato oltre cinquanta cori (ecco, una vera comunità anche numericamente), con circa millequattrocento coristi provenienti da tutte le province dell’Emilia-Romagna qualcuno da altre regioni e due dall’estero (Malta, con cui si stanno sviluppando importanti progetti di gemellaggio e Slovenia, terra di cori giovanili strepitosi). I concerti sono stati effettuati in piccole e medie località turistiche sia nelle zone collinari, sia nelle zone di pianura e marittime, sia infine in città importanti (Bologna fra tutte). Ciò ha consentito di farci ascoltare da quasi quattromila persone, in presenza. E non è banale evidenziare l’aspetto live di tutti i concerti poiché questi riusciti happening sottolineano il ritorno ad una dimensione empatica propria anche canto corale, difficilmente sostituibile con le esecuzioni via web.
I trentaquattro concerti hanno fatto vibrare voci in luoghi bellissimi, contesti di manifestazioni corali ma anche in luoghi inconsueti. Infatti la musica è risuonata nei chiostri, nei cortili, nelle chiese, nelle piazze andando ad accarezzare strutture e opere d’arte pluricentenarie, unendo la prima espressione artistica musicale dell’essere umano, il canto, con meraviglie architettoniche piccole e grandi della nostra Regione.
“We move the world” possibile anche grazie ai repertori proposti che hanno spaziato per moltissimi generi musicali, dalla musica antica a quella contemporanea, dalla musica popolare alla monodia gregoriana, dalla musica etnica alla polifonia antica e moderna.  Ciò ha consentito di rappresentare al meglio l’arcobaleno di sensazioni, emozioni e sentimenti che compositori compresi in oltre otto secoli di storia hanno riportato sugli spartiti. È stato dunque un lungo viaggio attraverso la Storia della Musica corale che, in virtù dei testi che l’accompagnano, è l’espressione musicale più adatta per comprendere uno spaccato reale e ‘dal basso’ della vita delle persone. Di rilievo anche l’aspetto legato alla terra di origine dei compositori proposti (da contesti regionali e nazionali sino a quelli internazionali) che ha ulteriormente arricchito il viaggio culturale il quale è così diventato anche un percorso geografico, con ascolto di racconti, ritmi, armonizzazioni provenienti da più tradizioni.
La partecipazione entusiastica e coinvolta del pubblico ad ogni manifestazione, gli applausi scroscianti e le richieste insistenti di bis hanno dimostrato quanto diretto, semplice e immediato possa essere il concerto corale e in quale misura possa essere effettivo veicolo di una acculturazione musicale semplice ed efficace.
Per quanto riguarda il dato più propriamente esecutivo (che si riflette anche in un inevitabile dato estetico) risalta la grande diversificazione di tipologie corali che è stato possibile avere a disposizione in questa edizione di Voci nei Chiostri. E proprio grazie a questa scelta che ha seguito la linea della specificità in cui ciascun coro esegue il repertorio appropriato richiesto da genere e stile, è stato possibile comunicare fedelmente le intenzioni artistiche di ciascun compositore. Sui palcoscenici si sono succedute formazioni le più diversificate: dai cori polifonici ai cori popolare sia misti, sia a voci pari, dai cori di voci bianche ai cori giovanili, da cori a carattere interculturali a cori gospel sino a gruppi vocali accompagnati da strumenti tradizionali o appartenenti alla tradizione internazionale.
Da sottolineare l’importanza del coinvolgimento attivo di tanti musicisti professionisti, spesso in qualità di direttori (da tempo la qualità direttoriale si è elevata moltissimo anche in coloro che la esercitano a livello amatoriale) e a volte in veste di accompagnatori, con particolare riferimento a pianisti. Questo è stato un vero arricchimento per tutti poiché l’affiancamento di musicisti a un’attività didattica e performativa pur svolta non a livello professionistico (ma alcuni cori ne sfiorano le vette) è di grande utilità per conseguire una sempre più brillante fase esecutiva da parte di tutti i nostri associati.

Vorrei porgere con sincera gratitudine un ringraziamento da parte di tutta la commissione artistica e mia personale a tutti i coristi, i direttori e i musicisti in genere che hanno aderito all’iniziativa perché senza di loro niente di tutto questo sarebbe stato possibile.

Il Gruppo vocale “Ivan Cankar” a Voci nei Chiostri

di Silvia Vacchi

Mercoledì 27 luglio alle ore 21 presso la Chiesa di San Benedetto a Bologna si è tenuto uno degli appuntamenti della rassegna organizzata da Aerco. è stato un piacere ascoltare questo ensemble maschile composto da quattordici ragazzi di età compresa tra i quindici e i venticinque anni che ha proposto un repertorio tecnicamente assai impegnativo mantenendo sempre un’eccellente intonazione e una sonorità raffinata. Questo gruppo sloveno si è formato all’interno di uno studentato di Lubiana dedicato all’intellettuale e poeta sloveno Ivan Cankar. Lo scopo iniziale era quello di offrire agli ospiti un momento di socializzazione e di musica d’assieme ma il gruppo, diretto fin dall’inizio dal maestro e compositore Tom Varl, si è evoluto velocemente consolidandosi e intraprendendo una intensa attività concertistica.
Il grosso del repertorio eseguito a Bologna comprendeva musica slovena sia popolare che d’autore. Tanti i compositori contemporanei inseriti nel programma compreso un brano firmato da uno dei solisti del coro, il tenore Ziga Copi. Particolarmente efficaci l’esecuzione di Zabe di Vinko Vodopivec (1878 – 1852) e Sam di Vid Ozbolt (2002). Ma il concerto sarebbe stato ancora più godibile se il pubblico avesse potuto comprendere i testi sloveni. Verso la fine della scaletta il coro ha proposto una splendida versione di Beati mortui di Mendelsshon per poi ritornare agli autori sloveni con un paio di prime esecuzioni di notevole impegno di cui l’ultima Ti meni svetlo sonce di Matej Kastelic (1994) con il coro schierato in ordine sparso nella grande chiesa di San Benedetto. Il bis concesso a fine concerto è stato un gradito omaggio all’Italia: La Montanara di Toni Ortelli nella classica armonizzazione di Luigi Pigarelli. Per concludere: si è trattato di un concerto assai piacevole reso ancor più interessante dal repertorio inusuale ma, spiace dirlo, al cospetto di un numero di spettatori che non arrivava alle venti unità. Veramente troppo poche.

Kormalta a Voci nei Chiostri

di Silvia Vacchi

Domenica 24 luglio alle ore 21 presso la chiesa di San Procolo a Bologna si è tenuto il concerto di “Kormalta”, il coro nazionale di Malta diretto dal maestro varesotto Riccardo Bianchi. Si tratta di una formazione coro misto professionale nato nel 2018 su iniziativa di Arts Council Malta all’interno del Ministero per il Patrimonio Nazionale, le Arti e il governo locale. L’evento era inserito nella rassegna AERCO “Voci nei Chiostri 2022” e, inoltre, faceva parte della programmazione di Bologna Estate 2022. L’invito di Aerco, come illustrato dalla presidente maltese di Arts Council, prende le mosse da un progetto di collaborazione tra il suddetto gruppo e il Coro Giovanile dell’Emilia-Romagna (attualmente diretto dal maestro Daniele Sconosciuto). Dopo una breve apertura del Presidente Aerco Adrea Angelini il maestro Bianchi ha schierato gli undici cantori (cinque uomini e sei donne) dietro l’altare e ha iniziato il concerto con l’esecuzione a cappella della “Missa quatuor vocibus” di Ludovico Fogliano (1490 – 1548) i cui manoscritti originali sono custoditi nella Basilica bolognese di San Petronio. Dopo questo omaggio alla città ospitante abbiamo avuto il piacere di ascoltare le “Sacrae Cantiunculae” di Claudio Monteverdi, da lui composte in giovanissima età sia per voci miste che per voci pari. La parte centrale del concerto è stata dedicata ad alcuni dei brani più presenti in assoluto nei programmi corali come l’”Ave Maria” di Biebl e “O Magnum Mysterium” di Lauridsen la cui esecuzione, nonostante l’organico esiguo, è stata assai gradevole. Prima di presentare gli ultimi due brani in programma il maestro Bianchi ha voluto illustrare le caratteristiche del suo coro evidenziandone l’estrema versatilità tecnica e stilistica. Questa caratteristica gli ha permesso di costruire un repertorio che accosta abitualmente l’opera e la musica antica, il barocco e gli autori contemporanei con grande disinvoltura grazie alla buona preparazione tecnica dei coristi. Centrale, in questo senso, il ruolo dei due vocal coach che, fin dall’inizio, hanno contribuito alla costruzione di questa realtà. Il concerto si è chiuso con due brani caratteristici della cultura maltese: “Il Kebbies tal fanali” (Veronique Vella) mette in musica una delle poesie maltesi più amate. E’ stato accompagnato al pianoforte dallo stesso maestro Bianchi. In chiusura ricordiamo poi il brillante “Magnus Dominus” di Benigno Zerafa (1726 – 1804) musicista maltese attivo nel periodo di passaggio tra barocco e classicismo.

(nella foto della copertina)