Nella malaugurata ipotesi di ritrovarsi nuovamente tra qualche mese nella situazione difficile vissuta nei mesi di febbraio, marzo, aprile e maggio, quindi nell’ipotesi di un ulteriore eventuale blocco delle prove dei cori e di tutti i concerti, avremo certamente accumulato nel frattempo una grande esperienza su come si possono riuscire a realizzare prove e attività musicali attraverso gli strumenti telematici. Se all’inizio del 2020 qualcuno ci avesse parlato o proposto la possibilità di realizzare gran parte delle nostre attività musicali soltanto in forma on-line e con mezzi ancora antiquati anche se poi sviluppatisi velocemente, gli avremmo certamente riso in faccia o avremmo sostenuto dell’impossibilità di realizzare prove di studio e di approfondimento avendo i coristi distribuiti in tante stanze differenti. Anche nell’esperienza di docente di conservatorio, se all’inizio dell’anno accademico, nel novembre del 2019, mi avessero preannunciato che avrei realizzato gran parte dell’anno scolastico in forma telematica avrei certamente dichiarato, assieme a tanti colleghi della grande perdita dal punto di vista didattico.
Invece ci siamo trovati tutti a doversi confrontare con quella che in qualche modo assomiglia ad una guerra, perché come la guerra ha generato paura e ci ha fatto cambiare in modo evidente le abitudini di vita, sia nella sfera privata che in quella delle relazioni sociali. Un cambio repentino di ritmi, di abitudini, di modi di fare musica. La nostra vita ha iniziato a roteare in modo vertiginoso attorno ad un centro gravitazionale che erano i mezzi di comunicazione come il computer o il telefono. Questo ha generato una velocizzazione del processo di digitalizzazione della nostra società, ma anche un impoverimento dei rapporti interpersonali che non sempre attraverso internet sono riusciti a svilupparsi con naturalezza. Questi impedimenti di ambito umano, psicologico, sociale ed espressivo hanno reso molto più complesse le prove musicali e hanno reso impossibili i concerti e gli eventi culturali.
Tutto questo ha avuto ripercussioni non solo dal punto di vista di come realizzare le prove o gli eventi musicali, ma soprattutto sul perché voler provare a realizzare dei momenti concertistici on-line. Molti coristi e direttori si sono rifiutati di confrontarsi con la possibilità di realizzare delle prove di studio in una forma così diversa dalle abitudini precedenti. Inoltre le difficoltà di ambito sanitario hanno provocato, almeno in alcune regioni, una evidente timore a portare avanti tutte quelle iniziative ritenute superflue o non necessarie. Certo per chi vive la musica in modo intenso, come una necessità intrinseca della propria esistenza, come un momento di svago e di rigenerazione dell’anima, ha cercato fin da subito di dare continuità alle prove ed è andato alla ricerca delle migliori soluzioni per poter realizzare, continuare a studiare e progredire.
Dopo l’esperienza dei mesi primaverili del 2020 quali sono state e quali potrebbero essere in futuro i punti di forza delle prove on-line?
Fare prova con i nostri cori nella forma on-line ci ha aiutato ad avere una maggiore dimestichezza con alcuni strumenti che potranno divenire ottimi sussidi per agevolare il lavoro e lo studio. Abbiamo imparato ad interagire con i file audio e quindi a metterci a confronto singolarmente con il nostro suono, con il nostro volto mentre cantiamo, con le imperfezioni di intonazione, di timbro, di pronuncia. Spesso i coristi che cantano in coro non hanno percezione piena del proprio suono, ma in questo periodo chi è riuscito a organizzare delle prove on-line ha certamente dovuto confrontarsi con se stesso.
Sia chi ha investito tempo e impegno nella realizzazione dei virtual-choir che chi ha dedicato maggiore attenzione allo studio di nuove parti o al ripasso di partiture già conosciute ha potuto ascoltare e riascoltare la propria voce registrata e riprodotta da un telefonino o da un computer. Questi mezzi in alcuni casi hanno procurato anche un certo imbarazzo e a volte i coristi e i direttori si sono rifiutati di realizzare prove o percorsi di studio utilizzando questi strumenti.
Superato questo imbarazzo iniziale abbiamo imparato che ci sono molte funzioni e programmi in internet che possono aiutare il direttore e il corista a migliorare la propria performance musicale. Molti direttori sono passati attraverso le prove sulla piattaforma Skype, successivamente sulla piattaforma Zoom o altre simili. Gradualmente abbiamo imparato le funzioni più interessanti di questi mezzi, comprendendone anche le difficoltà e i limiti. Inizialmente qualcuno ha pure sognato che potessimo fare musica “assieme” in sincrono attraverso il computer, ma per fortuna la tecnica non ci permette questo e possiamo così ancora sperare di tornare a fare musica dal vivo.
Con questi supporti telematici si sono potute comunque sviluppare molte attività legate all’apprendimento delle parti, allo studio dei testi e delle partiture, in alcuni casi anche ad un approfondimento vocale. Gli stessi direttori di coro sono stati messi alla prova nella loro capacità organizzativa, di ascolto e musicale, perché non è certamente semplice, neppure per il direttore, realizzare prove interessanti e accattivanti attraverso il mezzo telematico.
Alcuni maestri si sono dedicati con maggiore attenzione alla realizzazione di quei prodotti musicali che ormai tutti conosciamo con il nome di virtual choir. Certamente anche questa possibilità espressiva ha trovato differenti percorsi comunicativi e differenti realizzazioni tecniche, evidenziando il desiderio dei cori di potersi ritrovare assieme anche in un momento di distanziamento sociale. Al tempo stesso i direttori che hanno lavorato alla preparazione dei virtual choir hanno potuto confrontarsi con le parti registrate dai propri cantori singolarmente e quindi hanno avuto modo di ascoltare con cura e attenzione le voci dei loro coristi. Per realizzare prove, performance, concerti e approfondimenti le associazioni corali, i musicisti e i coristi hanno modernizzato velocemente i loro metodi di lavoro e alcune di queste tecniche potranno essere utilizzate anche in futuro, quando torneremo alla normalità delle prove e dei concerti.
Quali sono state e quali potrebbero essere in futuro i punti di debolezza delle attività on-line?
Questa invasione tecnologica in un mondo che prevalentemente era legato alla socialità e alla realizzazione delle prove dal vivo, ha in alcuni casi creato un vero e proprio muro e molti coristi o direttori di coro hanno sospeso completamente le prove all’inizio della fase della pandemia, rifiutando l’utilizzo dei mezzi telematici. Molte sono le ragioni psicologiche e musicali che hanno spinto alcuni cori e musicisti a sospendere la propria attività fino al momento di una ripresa normale delle prove e dei concerti. Si tratta di scelte complesse che non possono essere giudicate perché questa situazione pandemica ha generato uno stravolgimento emotivo importante e ognuno, in particolare nel momento dell’espressione di se stesso, ha il diritto di realizzare il proprio progetto musicale nella massima tranquillità.
Le difficoltà maggiori che si è trovato a dover affrontare e risolvere chi ha avviato le prove on-line sono state l’impossibilità di raggiungere un soddisfacente sincrono tra le voci e l’impossibilità di gestire con cura i volumi delle stesse. Sfortunatamente non ci sono mezzi attualmente disponibili e utilizzabili in modo semplice per mettere in sincrono collegamenti che arrivano da luoghi differenti e quindi chi ha organizzato le prove ha dovuto trovare strategie didattiche differenti. Ci sono alcuni progetti innovativi in Europa e anche in Italia che forse permetteranno in futuro la realizzazione di prove in sincrono, ma probabilmente saranno comunque applicazioni molto complesse e avranno bisogno di connessioni molto veloci. In ogni caso il mio auspicio e la speranza è che l’uomo non riesca a realizzare un progetto simile, così che il valore del cantare assieme, quel far vibrare i suoni, i corpi, le anime durante le prove e i concerti, restino sempre legati all’evento dal vivo.
La nascita del portale www.coronline.it come strumento per tutti i direttori e i coristi italiani.
Da molti anni avevo il sogno della nascita di un portale internet nel quale poter raccogliere articoli, video, partiture, approfondimenti, tutorial, esercizi per direttori e coristi. Da anni lavoro nella formazione dei direttori di coro in molte parti d’Italia e specificatamente nella Scuola per direttori di coro di Arezzo, al Conservatorio di Trento e presso l’Accademia Musicale Chigiana di Siena e avevo piena percezione del bisogno dei direttori di coro, ma anche degli appassionati, di trovare un luogo in internet che rispondesse a varie domande inerenti la coralità. Così a causa, e forse grazie, al lockdown ho, assieme ad alcuni generosi e prestigiosi collaboratori, avviato nel mese di aprile un progetto di divulgazione e approfondimento della musica corale che il 25 aprile 2020 è sfociato nella nascita di un portale internet denominato www.coronline.it. Questo sito internet è divenuto in pochissimo tempo uno dei luoghi di maggiore interscambio di materiale musicale a livello nazionale. Vi si possono trovare interviste, video, partiture di musica antica trascritte specificatamente per questo progetto, repertorio dedicato al mondo scolastico, repertorio contemporaneo e moltissimi altri approfondimenti. Certamente questa iniziativa resterà valida anche al ritorno della normalità delle prove e dei concerti, perché offre molti strumenti di lavoro ai direttori e ai coristi. Era un’esigenza sentita da anni che con il molto tempo a disposizione e l’aumento dell’utilizzo dei supporti on-line ha trovato in questo periodo la possibilità di essere realizzata.
Qualche idea per migliorare il nostro futuro musicale.
Se per il prossimo futuro dovessi suggerire qualche modalità di studio, approfondimento e divulgazione della musica corale proporrei una profonda integrazione tra l’esperienza maturata in questi mesi e l’esigenza indispensabile di un ritorno alla normalità e ai concerti dal vivo. Il mondo della musica corale e della musica in genere non potrà mai prescindere dal contatto dal vivo con le vibrazioni. Chi fa musica vibra, diventa corpo risuonante, suona nello spazio architettonico e genera un contatto energetico con l’ascoltatore. Questo non potrà mai essere sostituito dalla tecnica, non potremo mai vivere veramente in questa cattività musicale e artistica, ma potremo sfruttare alcuni insegnamenti di questo periodo per migliorare le modalità di studio, approfondimento e comunicazione.
Il suggerimento che mi sentirei di dare è di ripartire dal suono, dal battito del cuore, dal respiro. Evitiamo l’abbuffata digitale, diamo spazio il più possibile alla vita vera, all’incontro, pur mantenendo le distanze di sicurezza, ma ricominciamo dal suono vivo.
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