Carissimi lettori, questo numero esce in un periodo difficile e drammatico, pieno di incognite per il futuro. La nostra società e in particolare la popolazione più anziana sta pagando un prezzo altissimo. Anche noi non possiamo dimenticare i nostri cari che ci hanno lasciato a causa di questa epidemia, e ci uniamo al dolore delle famiglie e dei cori di appartenenza. Ricordiamo gli eroi del personale medico e dei tanti professionisti e volontari che si trovano in prima linea a fronteggiare questo virus. A loro va il nostro ringraziamento.
Distanti ma uniti: quante volte lo abbiamo sentito dire. Continuiamo quindi con forza e determinazione a metterlo in pratica perché saremo chiamati a ‘ricostruire’ in un certo senso il nostro tessuto sociale. In un mondo narcisista, individualista e autoreferenziale abbiamo il dovere civico e morale di fare squadra, di unirci per il bene comune. Qui, mi collego alla grande difficoltà di fare ‘associazione’ di questi ultimi anni. Questo accade in tutti gli ambiti: dalla politica al condominio, dalla Chiesa alle associazioni stesse. Troppi personalismi che stanno lacerando il nostro stare insieme. Tutto questo si unisce al fatto che siamo spesso incapaci di confrontarci con chi propone un’idea diversa dalla nostra. Infatti, anche i dibattiti politici avvengono per lo più senza contraddittorio. Anche noi, associazioni di coro, stiamo soffrendo gli stessi mali. Si stanno moltiplicando associazioni corali regionali e nazionali, in contrapposizione tra loro, che, anziché confrontarsi e cercare di risolvere il problema, si dividono. Questa strada dove ci porterà?
Il coro è uno specchio della società: un incontro di persone diverse ognuna con una propria voce, con i propri pregi e i propri difetti. Ci sono i soprani, contralti, tenori e bassi: tessiture diverse che amalgamate creano un’armonia e un’unione. In una società che cerca di omologare, e quindi renderci tutti uguali, il coro rappresenta invece l’esempio di come le diversità insieme creano quel valore in più. Dall’unione di queste diversità, amalgamate insieme, si crea quell’armonia che ci fa vibrare il cuore e l’anima. Da questo periodo possiamo uscirne solo se staremo uniti nel fare quello che è giusto per tutti. Auspico che questo insegnamento possa essere una guida per gestire anche il futuro dell’associazionismo corale regionale e nazionale.
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