Ma chi se lo sarebbe mai immaginato di vincere? Al di là di ogni più rosea previsione! Figuriamoci, non davamo per scontata nemmeno l’ammissione al prestigioso Concorso Nazionale Corale di Vittorio Veneto. Il nostro repertorio particolare ed il nostro Farthan Style, pur tanto apprezzati dal pubblico, sono decisamente poco accademici, e sfogliando l’albo dei cori nelle passate occasioni ci sentivamo davvero come dei vasi d’argilla in mezzo a vasi di ferro. Ma alla fine la decisione è stata presa: ci proveremo!! Quello che mi ha maggiormente stuzzicato nella decisione finale di partecipare è stato il fatto che per essere selezionati, oltre ad inviare materiale audio\video, curriculum coro e direttore ecc, i brani da presentare dovessero essere impostati in forma di Progetto-Programma: tematico, monografico, frutto di ricerca (etno)musicologica, e/o di collaborazioni con compositori, rielaboratori, ecc. Questo aspetto mi dava la possibilità di giocare quella che io credo essere la nostra carta vincente, ovvero la ricerca legata al repertorio. La fascinazione di partenza, l’imprinting del nostro corpus di canti è il canto di tradizione orale, italiano e non, con una spiccata predilezione per un repertorio “al femminile”, quasi sempre con mie rielaborazioni il più possibile fedeli alle istanze espressive del testo di partenza. Ed evidentemente questa nostra proposta è stata apprezzata, perché l’ammissione è arrivata, e per ben due categorie!

Categoria B – Canto polifonico di ispirazione popolare con il Progetto-programma “MUSICA MIGRANTE: SULLE ORME DI ANTICHI POPOLI”

Categoria E – Palio corale delle regioni italiane con il Progetto-programma “A SUD DELLE DONNE: MALI D’AMORE ED ALTRE STREGONERIE”

Il Coro ha accettato la sfida con grande impegno e responsabilità, consapevole che la Modalità Concorso, ovvero il mettersi alla prova con cori di maggiore esperienza fosse un momento di confronto costruttivo importante, sia personale che di gruppo. Il livello dei cori che abbiamo ascoltato era difatti davvero alto, nell’estrema varietà di stili, repertori e modalità di proposta. MAI ci saremmo immaginati di poter addirittura vincere!

La giuria, capeggiata dal M° Mauro Zuccante è stata attenta ed interessata alle proposte di tutti i candidati, ed abbiamo saputo a posteriori che Coro Farthan ha creato vivo dibattito all’interno dei giurati: un Coro talmente Fuori dal Coro, come siamo stati definiti, che proprio per questo ha creato un “caso”. Il Presidente Zuccante ed altri commissari, ci hanno fatto i complimenti sulla ricerca e sul programma, personale rilettura\traduzione di un repertorio originale della tradizione italiana, frutto degli studi etnomusicologici che la sottoscritta ha compiuto a partire dalla metà degli anni 90 sulla musica del Sud Italia e dei Balcani, in seguito all’incontro con anziani informatori e studiosi\musicisti di settore di chiara fama. Gli apprezzamenti sono stati fatti per l’originalità dei brani proposti la spontanea autenticità e l’aderenza della mia rielaborazione con il relitto folklorico originale e l’avere in questo modo aperto una “nuova via” all’interno del mondo del canto cosiddetto popolare, percepito dalla commissione cristallizzato da troppi decenni su scritture di fatto colte di materiale, spesso, nemmeno di tradizione.

Inutile dire che, per un coro non di selezione ma di formazione, che ha solo sette anni di vita e che si presenta con repertorio molto particolare che va a ricercare una nicchia di “non noto”, gli apprezzamenti da parte della commissione (assolutamente non scontati!) e dei tanti maestri di coro presenti, le esortazioni a continuare questo tipo di percorso sono stati per quanto mi riguarda davvero preziosi e di grande soddisfazione. Mi sono arrivate conferme autorevoli anche in un ambiente espressamente legato alla musica colta sul percorso musicale che ho intrapreso con il Coro Farthan: poliedrico, non convenzionale, multietnico e pronto a percorrere nuove vie interpretative, rimanendo però legato all’urgenza narrativo-espressiva della fonte. E questo per un Direttore non Direttore di un Coro non Coro è davvero tantissimo!!

GRAZIE VITTORIO VENETO!

I PREMI:

CATEGORIA E: il premio unico indivisibile viene assegnato al Coro FARTHAN di Marzabotto per la proposta musicale coinvolgente, supportata da una ricerca che valorizza con competenza un repertorio originale della tradizione italiana dal titolo: A SUD DELLE DONNE: MALI D’AMORE ED ALTRE STREGONERIE. (ABSTRACT) I tantissimi brani di tradizione orale “al femminile” del Sud Italia ci descrivono con dovizia di particolari le diverse mansioni, i ruoli sociali, gli stereotipi di genere che nelle società arcaiche tradizionali, ma anche nel mondo del melodramma, venivano attribuiti alle donne. Mogli e madri soprattutto, ma allo stesso tempo lavoratrici in condizioni durissime (FIMMENE FIMMENE), dove lo sfruttamento del lavoro femminile era una realtà scontata e da subire in silenzio. Allo stesso tempo, protagoniste di struggimenti amorosi da togliere il sonno (MI VOTU E MI RIVOTU), in preda ad amori impossibili e laceranti (CU TI LU DISSI). Sentimenti non corrisposti che potevano anche portare a stati alterati di coscienza alterati, curabili solo con veri e propri esorcismi musicali (LA ZAMARA).

PREMIO SPECIALE CENTENARIO: viene assegnato al Coro FARTHAN di Marzabotto per il miglior progetto-programma ispirato ai temi della pace, della fratellanza, della collaborazione internazionale, dell’Europa dal titolo MUSICA MIGRANTE: SULLE ROTTE DI ANTICHI POPOLI. (ABSTRACT) Tutta la musica è permeata nel profondo da evidenti contaminazioni che conquistatori, nomadi, migranti o esuli hanno lasciato nel tempo al loro passaggio. La musica dei popoli ed i canti in differenti lingue madri ci ricordano che ciò che oggi chiamiamo “repertorio di tradizione” sarebbe drammaticamente più scarno e muto senza l’apporto che nei secoli ha portato il confronto\scontro con l’Altro da sé. Lingue, musiche e culture minoritarie come il Griko, l’Arbëreshë e le infinite accezioni locali dei Rom balcanici, danno voce ad un repertorio su temi sempre attuali: l’amore non corrisposto (KALINIFTA), le ingiustizie sociali ed i pregiudizi etnici (EDERLEZI), il fascino arcaico del rito Greco Ortodosso, (LAMENTO CON ORGANUM) il girotondo infantile (KOLO).

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