All’incirca un anno fa, quando FENIARCO mi parlò del Progetto ‘Officina Corale del Futuro’, che prevedeva l’istituzione di dieci Cori Giovanili in altrettante regioni, pensai che fosse arrivato oramai il momento giusto per togliere un sogno dal cassetto. Anche noi partimmo con un bando di selezione per i coristi che ne avrebbero dovuto far parte.
Purtroppo dopo circa un paio di mesi le risposte non erano sufficienti per aderire al progetto FENIARCO e lo scoramento in me e nei miei colleghi del Consiglio Direttivo si fecero evidenti. Perché questa debole adesione? Le motivazioni, ovvio, potevano essere tante: dalla pubblicità poco incisiva sino al mancato recepimento dell’importanza del progetto…Su quest’ultimo punto lasciatemi esternare la mia vision. Io credo che un Coro Giovanile Regionale debba non essere valutato come un nucleo elitario, che non rappresenti la coralità amatoriale; sarebbe così se i suoi componenti non provenissero da esperienze di cori amatoriali oppure se gli stessi fossero alla ricerca di un trampolino di lancio per la propria carriera professionale. Il Coro Giovanile, al contrario, costituisce le basi per un ‘laboratorio aperto a 360°’: lo è per i cantori che possono maturare esperienze fantastiche, lo è per i giovani compositori che possono farsi eseguire opere inedite, lo è per i giovani direttori che possono misurarsi con un organico esperto.
Questa opportunità non poteva naufragare, condizionata da una scadenza di adesione al progetto nazionale… E fu così che, anche se non inseriti ufficialmente all’interno di ‘Officina Corale del Futuro’, decidemmo di insistere con la ricerca delle voci sino alla costituzione di un gruppo sufficientemente nutrito per cominciare! Silvia Biasini accettò con interesse e coraggio la nomina a direttrice e tutti insieme finalmente partimmo, all’inizio del 2017, verso la meravigliosa avventura. Sono sicuro che questo coro sarà d’esempio anche per altri giovani che andranno a sostituire coloro che per motivi anagrafici stanno lasciando le fila dei propri cori d’appartenenza. Ovvio, il turn-over corale non passa solamente attraverso questo progetto (AERCO è molto impegnata nel promuovere la coralità scolastica e infantile in generale), ma è comunque un messaggio che vogliamo dare al mondo esterno: i giovani amano cantare e si impegnano per farlo!
Questa breve intervista con Silvia Biasini, direttrice del Coro Giovanile dell’Emilia Romagna (CGER), renderà ancora più evidente con quale spirito e determinazione questi ragazzi hanno aderito a quel sogno ‘che il cassetto non racchiude più’!
AA: Tutti gli esseri umani nascono con la musica dentro, o con la capacità di percepirla, alcuni più di altri, soprattutto se hanno la fortuna di essere spinti in quella direzione. Il tuo amore per la musica, da cosa nasce?
SB: In casa mia fin da bambina ho sempre respirato aria di musica. Mio nonno materno, cantante, organista, corista del coro lirico della città, mi ha fatto appassionare all’opera lirica che ascoltavamo insieme tutti i pomeriggi e da lì è iniziato il lungo viaggio che mi ha portato alla grande passione per la polifonia e la musica corale.
AA: Attraverso quali fasi si è sviluppata l’attività del Coro Giovanile Regionale dell’Emilia Romagna? Quali i punti di svolta più significativi?
SB: È stato fondamentale il ruolo di AERCO che ha creduto fortemente in questo progetto fin da subito. I punti di svolta sono stati due: la tua decisione, come Presidente, di partire col progetto fissando le prove anche se con soli 10 iscritti al coro e il coraggio di affrontare il concerto del 9 aprile, nostro debutto, dopo sole 2 prove. Questo ha dimostrato ai ragazzi totale fiducia che hanno ricambiato con un grande impegno.
AA: Essendo un coro di recente formazione penso che sia importante anche il lavoro sull’incontro del gruppo, sul contatto tra i vari componenti. Quali le strategie per favorire questa consapevolezza?
SB: La sinergia tra le persone e il dialogo anche non verbale fatto di sguardi e sorrisi è importantissimo, per questo facciamo quando è possibile attività anche per favorire questo aspetto che tra le altre cose portano anche alla preparazione vocale prima della prova. Spesso invertiamo la posizione delle sezioni vocali all’interno del coro per permettere un semplice sguardo tra i cantori e quando vi è la possibilità, cantiamo in cerchio a sezioni miste uomini/donne. Il contatto è assicurato! Quando le prove si protraggono tutto il giorno è fondamentale trascorrere il pranzo insieme, è un divertimento assoluto!
AA: Come si sviluppa il lavoro del coro, come imposti le prove? C’è una particolare attenzione anche al lavoro corporeo, oltre che a quello vocale?
SB: La gestione della prova del coro giovanile regionale è molto diversa dalle prove dei cori a cui tutti noi direttori siamo abituati, soprattutto per il fatto che è mensile e non settimanale, quindi da direttore devi concentrare il lavoro di quattro prove in una sola, spesso con un concerto la sera. Il lavoro corporeo è molto importante perché una prova di una giornata implica tensioni che, se non vengono risolte, possono creare agitazione e preoccupazione in concerto. Devo ammettere che la prova giornaliera seppur molto stancante per un direttore, è molto formativa, mette alla prova le capacità comunicative e tecniche del direttore e serve a forgiarne la tenuta e la concentrazione.
AA: In base alla tua esperienza, quali sono le problematiche maggiori per chi, come te, è impegnata nella direzione di un coro giovanile?
SB: Innanzitutto la difficoltà maggiore è convincere i giovani che cantare non è un’operazione “noiosa” ma tutt’altro, poi una volta convinti e trovati, c’è il fatto di trovare un repertorio vario che possa accontentare tutti e quindi appassionarli al coro, dal cantante barocco che ha studiato in Conservatorio, al musicista rock, al ragazzo che sotto la doccia canta solo musica leggera, per arrivare al cantante lirico. Per questo il nostro repertorio comprende un po’ di tutto e sono pronta ad accettare da loro suggerimenti in merito.
AA: Una cosa prodigiosa della musica è che è un’arte che si svolge nell’immediato, qui e ora. Quali sono gli obiettivi per i quali vi state impegnando?
SB: Ho cercato un repertorio che potesse creare un suono del coro, che potesse dare a questi ragazzi un’identità corale e sebbene il cammino sia ancora lungo, ci stiamo riuscendo. Un altro obiettivo sarà quello di ampliare il repertorio spingendoci indietro nel tempo nella polifonia rinascimentale.
AA: Quali sono i risultati dell’attività fin qui svolta, che ti rendono più orgogliosa?
SB: Il CGER è formato da 20 coristi che una domenica al mese da tutta la regione si alzano presto, arrivano alle prove alle 10 con tantissima grinta e voglia di cantare, affrontano ore e ore di prova con il sorriso e durante il concerto danno il massimo, tutto questo mi rende estremamente orgogliosa, molto più forse della lettura di una difficile partitura come il Kyrie di H. Pousseur che abbiamo portato in concerto il 22 ottobre a Bologna e il 29 Ottobre a Ferrara.
AA: E’ importante come coro avere un momento particolare per mostrare il proprio lavoro, raggiungendo un contatto significativo con il pubblico. Quali sono state le occasioni che vi hanno permesso di stabilire questo contatto?
SB: Il 9 aprile, giorno del nostro debutto in occasione dell’assemblea di AERCO, momento molto proficuo che ha portato anche l’inserimento di nuovi cantori; 22 ottobre a Bologna nella Chiesa di San Benedetto per la Rassegna CantaBo, un momento molto importante e un grande onore poter dividere il concerto con il Coro da Camera di Bologna diretto dal m° Pier Paolo Scattolin, il 29 ottobre siamo stati a Ferrara, ospiti della Rassegna Roffi insieme al coro di voci bianche Le Allegre Note e il 23 dicembre andremo a Madonna dei Fornelli in occasione della 33° Commemorazione della strage del treno “Rapido 904”.
Per aderire al CGER: https://form.jotformeu.com/aercobologna/CGER
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