Scritto nel 2013 dal compositore veneto Manolo Da Rold, Angel Fly è uno dei brani che sempre più spesso capita di ascoltare nei programmi da concerto dei cori a voci bianche e di cori giovanili femminili.

Atmosfere che in qualche modo ricordano la scrittura di dei compositori baltici, con linee piuttosto essenziali  ma di grande effetto timbrico e un particolare slancio ritmico ricco di accenti contrastanti e spostati, sono i principali elementi  che subito colpiscono l’ascoltatore. Ma prima di tutto questo, l’ascoltatore viene rapito da un efficace e coinvolgente effetto che ogni coro potrà utilizzare a proprio  piacimento.

Dopo la declamazione del titolo (angel  fly) che si ferma su una seconda fa/sol, a ricordarci che l’angelo che porta l’annuncio di maternità  vola fino a raggiungere Maria,  ogni corista pronuncia la parola “fly” senza intonazione, con ritmi diversi per ogni singolo cantore.
Utilizzando la consonante F e mettendo molta aria nel suono vocalico si viene a creare un suono che come per incanto  fa sentire a chi ascolta il rumore del battito delle ali.Personalmente, faccio eseguire questo effetto a partire dalla mia destra e aggiungendo poi voci verso sinistra. Questo crea ( soprattutto se si esegue il brano con il coro in disposizione molto  aperta) un vero e proprio effetto di “avvicinamento e atterraggio “ dell’Angelo.
Segue una seconda sezione costruita sul testo “et concepit de spiritu sancto” che termina anch’essa con un arrivo su una seconda re/mi e la ripetizione dell’effetto del volo dell’angelo.
La seconda re/mi prepara la terza sezione che proprio su questi due suoni ribattuti crea un tappeto sonoro sul testo “ ecce ancilla Domini” sul quale spicca poi il volo ( per rimanere in tema) il testo “fiat mihi secundum verbum tuum” affidato ad una piccola sezione che deve mettere in evidenza il contrasto ritmico tra il tappeto sonoro realizzato con  la seconda re/mi e la nuova frase che emerge con gioia.Si va così verso il finale dove il coro torna a due voci;  il sostegno ritmico realizzato  attraverso l’accentuazione delle crome 3+3+2 in tempo di 4/4 che troviamo nella chiave di basso nella parte del pianoforte, riprende il ritmo precedentemente sostenuto dalle voci che ripetono quasi come un ostinato l’ “ecce ancilla”.Le due voci omoritmicamente cantano “ et verbum caro factum est, et habitabit in nobis” fino a giungere ad una corona finale che resta sospesa su un solo DO “asciugando” d’improvviso la polifonia.Torna la prima declamazione “angel Fly” con la riproposizone del primo intervallo di seconda ascoltato e l’effetto del battito d’ali. Si può dare direzione opposta all’effetto “fly fly fly”  rendendo così l’impressione, unitamente ad un diminuendo, della dipartita del’Angelo proprio dalla stessa direzione da cui è arrivato. L’effetto globale è molto gradevole, sorprendente al primo ascolto l’effetto del battito d’ali che colpisce l’ascoltatore e crea tensione verso l’ascolto. Particolare cura va riservata alle dinamiche, in particolar modo  agli effetti <   > (crescendo – diminuendo). Uno stile piuttosto declamatorio nella sezione dell’ “ecce ancilla” rende al brano una particolare timbrica.
E’ necessario preparare il coro ad una certa leggerezza nel registro acuto  (sale fino al fa in quinto rigo) per non contrastare l’idea di soavità che deve sottendere tutta l’esecuzione. Se i cantori hanno una discreta sicurezza è di particolare effetto l’esecuzione a coro molto aperto (ad esempio lungo le navate di una chiesa). In questo caso si può scegliere se mescolare le voci realizzando  dei trii (un soprano, un contralto, una prima voce per la parte a tre) oppure limitarsi ad “aprire le sezioni” senza mescolarle. Personalmente prediligo questa seconda modalità, con il posizionamento della prima voce al centro (i “pochi in evidenza” richiesti in partitura). Un’esecuzione particolarmente cara al compositore è ascoltabile al seguente link: http://www.manolodarold.com/angel-fly-ssa-and-pianoby-manolo-da-rold/