La laringe è organo complesso, che svolge molte funzioni all’interno del nostro corpo. Quando pensiamo alla laringe pensiamo all’organo che produce suoni e note: ma questa è solo l’ultima delle funzioni sviluppate dalla laringe e paradossalmente quella meno importante. La fisiologia della laringe è un argomento complesso ed ancora solo parzialmente conosciuto. Occorre considerare le molteplici funzioni di questo organo, molte delle quali di origine riflessa o vegetativa. Acquisizioni risalenti ai primi decenni del 1900 si basano sulla osservazione dell’evoluzione filogenetica per comprendere alcune fra le principali funzioni della laringe. La laringe è presente in specie animali inferiori come organo sfinteriale (diaframma dinamico) che protegge le basse vie respiratorie. L’apparato muscolare e sensoriale della laringe le permettono attività che arricchiscono la funzione fisiologica meccanica di semplice condotto aereo. Nel corso della evoluzione la funzione sfinteriale si è andata evolvendo con una sempre maggiore complessità di struttura, in rapporto alle esigenze della vita vegetativa e di relazione. Nella nostra specie è particolarmente adatta alla funzione comunicativa (linguaggio articolato). Possiamo considerare le funzioni laringee come integrate con quelle dal faringe, nella cui cavità anatomicamente essa è contenuta, organo al cui interno avviene la deglutizione. In questo ambito anatomico funzione respiratoria e deglutitoria (entrambe vitali) sono integrate intimamente, in una alternanza raffinatissima, regolata dal
sistema nervoso centrale (SNC). Alla nascita la laringe del neonato (come in tutti gli altri mammiferi) è in posizione alta, spingendosi, l’e piglottide fino al rinofaringe, all’altezza di C1-C2. Questo comporta la disgiunzione fra respirazione e deglutizione: ciò permette al neonato di respirare e poppare contemporaneamente (presupponendo una adeguata pervietà e respirazione nasale). Durante i primi mesi di vita e nel corso dell’età evolutiva, la crescita del laringe è regolata dall’ormone della crescita (GH) e la sua posizione discende rispetto al rachide cervicale in modo che alla muta vocale si estende da C3 a C7. La discesa del laringe e l’accrescimento del faringe determinano la disgiunzione anatomica e delle funzioni respiratoria e deglutitoria, con lo sviluppo di attività riflesse volte a proteggere le vie respiratorie inferiori al passaggio del bolo o di altre sostanze che transitano in faringe. Gli ormoni sessuali agiscono sul laringe (organo sessuale secondario) regolando lo sviluppo delle cartilagini e delle masse muscolari, con l’acquisizione di una voce matura, agendo concomitantemente sui risuonatori sopraglottici (vedremo successivamente). In definitiva dalla primordiale funzione sfinteriale la laringe ha acquisito specializzazioni nelle funzioni respiratoria e fonatoria, con importanti implicazioni riflesse durante la deglutizione.
La laringe è un organo dell’apparato respiratorio. Questo apparato è formato da organi cavi (organi con supporto scheletrico cartilagineo) dovendo consentire il passaggio di gas. L’aria fa il suo ingresso dal naso dove viene riscaldata, umidificata e depurata dalle particelle più grossolane che contiene. Il passaggio eccezionale dalla bocca impedisce queste modificazioni fisiche dell’aria inalata. L’aria transita poi in faringe, organo delle vie digerenti, quindi in laringe. Se le corde vocali sono aperte l’aria procede in trachea, bronchi per tutte le loro diramazioni, fino ai polmoni quindi a ritroso: questo consentendo la ematosi, ovvero lo scambio di gas, con rifornimento i ossigeno e recupero di anidride carbonica. Il percorso di ingresso è agevolato da contrazione attiva di muscoli inspiratori (principalmente il diaframma), il percorso a ritroso è principalmente regolato dalla retrazione elastica delle vie respiratorie e della gabbia toracica. La laringe ha uno scheletro cartilagineo formato dalle seguenti cartilagini: cartilagine tiroide cartilagine cricoide cartilagine epiglottide cartilagini aritenoidee cartilagini corniculate Queste cartilagini sono articolate fra di loro mediante articolazioni complesse (diartrosi), tenute unite da legamenti e membrane (Figura 2) e mosse da muscoli. I muscoli della laringe vengono distinti in intrinseci o estrinseci se possiedono rispettivamente uno o due punti di inserzione sul laringe. La muscolatura estrinseca (Figura 3) sospende il laringe nella loggia viscerale anteriore del collo.
La muscolatura intrinseca (Figura 4) è utile distinguerla in gruppi funzionali, in relazione alla azione svolta sulle corde vocali. In tale senso distinguiamo muscoli abduttori che aprono le corde vocali (principalmente il muscolo cricoaritenoideo posteriore o postico), muscoli adduttori che chiudono le corde vocli (principalmente il muscolo crico-aritenoideo laterale e muscoli tensori (principalmente il cricotiroideo) impegnati in adeguamenti di tensione necessari alle variazioni di altezza tonale durante la fonazione. Quando le corde vocali sono aperte sulla linea mediana si realizza l’ematosi (funzione respiratoria). Quando le corde vocali sono chiuse sulla linea mediana si impedisce il passaggio di materiale dal naso o dalla bocca (funzione sfinteriale) (Figura 5). Questo si ha durante la deglutizione o altre attività vegetative. L’adduzione in espirazione si ha durante la fonazione (funzione fonatoria). In questo caso agiscono
altri gruppi muscolari che tendono la corda vocale o estrinseci. Le funzioni svolte dalla laringe sono legate ad una innervazione ricchissima che fa capo a due nervi misti, rami del vago: il nervo laringeo superiore, prevalentemente sensitivo ed il laringeo inferiore, prevalentemente motore. La mucosa laringea è ricca di recettori, ovvero strutture che raccolgono eventi sensoriali: abbiamo recettori per muscoli, articolazioni e rivestimento mucoso. La stimolazione di tali recettori induce attività riflesse che interessano, come già visto, i muscoli intrinseci laringei, i muscoli tracheo-bronchiali, i muscoli respiratori e l’apparato cardio-circolatorio (funzioni vegetative della laringe, mediate dal nervo vago). Dal punto di vista funzionale sono stati identificati: – meccanocettori che sono regolatori di flusso aereo (alcuni rispondono a stimoli termici), recettori per la pressione e dei movimenti respiratori della laringe; – chemocettori che rispondono alle caratteristiche del liquido che tappezza il rivestimento del viscere. Fra le sostanze stimolanti possiamo ricordare il KCl e l’SO2, gli acidi, il fumo di sigaretta e altre sostanze chimiche. Esistono anche recettori che rispondono al contatto con l’acqua. Tale dispositivo recettoriale regola le diverse funzioni laringee, che possiamo schematizzare nel modo seguente.
1) Neurofisiologia della respirazione. L’apertura della glottide è sincrona con la discesa del diaframma ed è, in condizioni usuali, demandata alla azione del muscolo cricoaritenoideo posteriore o postico. In condizioni di ipercapnia (aumento d anidride carbonica nell’aria inspirata) l’attività dei due muscoli si potenzia ad aumentare il flusso inspiratorio. La laringe svolge anche una azione di controllo sulla espirazione. Il postico entra in funzione per diminuire le resistenze al flusso aereo espiratorio se la P sottoglottica supera i 30 cm/H2O/sec. Questo valore è ridotto nell’ipercapnia ed aumenta nell’ipocapnia. 2) Neurofisiologia del riflesso protettivo. La laringe protegge le vie aeree inferiori dalla progressione di materiale (cibo o altre sostanze) nelle basse vie respiratorie attraverso un riflesso polisinaptico a partenza dal nervo laringeo superiore, volto a chiudere la porzione sopraglottica e le corde vocali, Il laringospasmo è la persistenza del riflesso di chiusura della glottide dopo la cessazione dello stimolo iniziale. Questa risposta è più accentuata nell’infanzia ed è abolita dalla sezione del laringeo superiore, dai barbiturici, dall’ipercapnia, dall’ipossia e dalla pressione positiva intratoracica. Significato analogo ha il riflesso deglutitorio. La espettorazione è una attività connessa sia alla attività glottica che a quella delle vie aeree inferiori e volta ad espellere materiale contenuto nelle alte
vie respiratorie. 3) Neurofisiologia della fonazione. Tale attività è estremamente complessa se consideriamo, oltre alla semplice produzione di “suoni” laringei, tutte le implicazioni di tipo logico, mnesico, semantico ed emozionale legato alla produzione del linguaggio parlato. La produzione di suoni a livello laringeo prevede la adduzione delle corde vocali sul piano mediano durante la espirazione. In tale modo la corrente aerea sottoglottica, che proviene dai polmoni dopo gli scambi gassosi, mette in vibrazione la mucosa di rivestimento delle corde vocali (teoria muco ondulatoria) producendo aree di compressione e decompressione a livello della glottide, evento che in senso fisico assume una connotazione periodica (sinusoidale). Il suono laringeo (esclusivo delle vocali) viene poi modificato, arricchito di armonici ed amplificato a livello del tratto sopraglottico e delle altre cavità di risonanza (vestibolo
laringo, faringe, cavità orale e cavità nasale –solo per alcune consonanti a risonanza nasale) e articolato a livello della cavità orale. Le consonanti (dei “rumori” sotto il profilo acustico – evento non sinusoidale) sono prodotte dal rapporto reciproco di articolatori mobili e fissi (Figure 6-7). Vocali e consonanti rappresentano i “tratti segmentali” del linguaggio parlato e vengono variamente combinati a produrre parole e frasi a significato compiuto. Il cervello umano, attraverso la scomposizione acustica, attuata dall’orecchio nelle sue componenti (orecchio esterno, medio, interno), è in grado di ricostruire lo schema fonologico, sintattico e semantico del segnale verbale (teoria della catena comunicativa). In sezioni successive verranno sviluppati questi argomenti, nel tentativo di correlarli, direttamente o indirettamente, alla produzione canora.
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