Cantare in coro significa anche unità e collaborazione ed è anche per questo che nel nuovo numero di Farcoro vogliamo iniziare a creare un legame ancora più stretto con Choraliter, la rivista della Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali. Ringrazio per la gentilezza e la disponibilità il Presidente Sante Fornasier e il Direttore editoriale Sandro Bergamo. Cogliendo l’occasione del Bicentenario di due grandi artisti come Richard Wagner e Giuseppe Verdi, ho pensato di comporre il nuovo numero come una partitura wagneriana con una serie di leitmotiv, tutti ben concatenati, per riaffermare ancora una volta l’importanza del canto corale come strumento di cultura, di istruzione e di crescita della persona e in particolare delle nuove generazioni. Cori scolastici e di voci bianche, la musica di Giuseppe Verdi sono tra i temi che si intrecciano confermando ancora una volta quanto la musica vocale sia un veicolo straordinario ed efficace di trasmissione per la cultura popolare. Grazie alla giovane musicologa Dott.ssa Sara Dieci, ci viene presentato come Verdi e le sue pagine corali siano estremamente incarnate nella storia del popolo italiano, divenendo addirittura simbolo del periodo risorgimentale, anche se a sua insaputa. Un interessante e incantevole arrangiamento de “La Vergine degli angeli” per coro di voci bianche del M° Mauro Zuccante impreziosisce le pagine della nostra rivista e mette in evidenza quanto Verdi e la sua musica possano adattarsi meravigliosamente ad ogni formazione corale. Inoltre, se la composizione viene eseguita da “I piccoli musici” del M° Mario Mora non si può rimanere che incantati. Proprio questa grande realtà della coralità italiana è stata oggetto di studio della Dott.ssa Flora Anna Spreafico. Una parte del suo lavoro lo presentiamo con lo scopo di mostrare come una realtà di un piccolo paese, quale Casazza, in provincia di Bergamo, può diventare un centro importante del mondo musicale internazionale. Per la rubrica “le nostre radici” presentiamo il M° Adolfo Tanzi, un maestro di coro unico, capace di catalizzare attorno a sé entusiasmo e gioia di cantare. Cercando di portare avanti il suo carisma e la sua simpatia lo vogliamo ricordare con questo articolo del M° Michele Ballarini. Tra le tante notizie provenienti dalle delegazioni regionali, vogliamo illustrare a grandi linee la nuova edizione del Corso per Direttori di coro. La nostra Associazione da anni porta avanti questa iniziativa che cerca di aiutare sempre di più la formazione e la qualità dei nostri Direttori. Sperando che questa “sinfonia” di temi possa essere di vostro gradimento vi auguro una buona e proficua lettura.
Niccolò Paganini–direttore editoriale
Il discorso tenuto da Malala Yousafzai, lo scorso 12 luglio, al palazzo delle Nazioni Unite, davanti al segretario generale, merita di entrare nella storia, accanto ad altri come quello di Kennedy a Berlino («io sono un berlinese») o di Martin Luther King a Washington («Io ho un sogno»). Il 9 ottobre del 2012, i talebani spararono in testa a questa ragazza colpevole di proclamare, nel suo blog, il diritto di tutti, anche delle bambine, all’istruzione. Un diritto fortemente contrastato dai suoi attentatori che, dove ne hanno il potere, limitano il diritto all’istruzione a tutti e lo precludono totalmente alle donne. Curata e salvata, Malala ha potuto parlare, nel giorno del suo sedicesimo compleanno, indossando lo scialle che fu di Benazir Bhutto, durante l’Assemblea della Gioventù, alla presenza del Segretario Generale. È stato un appello ai governi perché ] garantiscano un’istruzione gratuita e obbligatoria in tutto il mondo per ogni bambino. «Contro l’analfabetismo, la povertà e il terrorismo, dobbiamo imbracciare i libri e le penne, perché sono le armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo. L’istruzione è l’unica soluzione. L’istruzione è la prima cosa». Ci siamo riconosciuti nelle parole di Malala Yousafzai. Ci siamo riconosciuti anzitutto come cittadini democratici, convinti da sempre che una convivenza civile si fonda sulla conoscenza, mentre dall’ignoranza nascono i razzismi, le discriminazioni, le violenze. Ma ci siamo riconosciuti anche come parte di un movimento corale che si sente, ed è, libro e penna a disposizione degli uomini di tutte le età e di tutte le culture. Un movimento inclusivo, che non respinge nessuno e che per tutti sa trovare il canto giusto.In tante situazioni difficili il coro è la via attraverso la quale può passare un segnale di pace dove c’è conflitto, di integrazione dove c’è emarginazione, di speranza dove rischia di insediarsi la disperazione. Troppo raramente raccontata dalla letteratura e dal cinema (tra i pochi esempi, il film Les choristes), questa scuola di convivenza e di tolleranza, questa palestra di formazione personale e collettiva è l’aspetto più profondo e affascinante del cantare in coro. Credo che Malala possa essere contenta di noi, se mai ha avuto occasione di conoscere il mondo corale. Da parte nostra terremo sempre presente le sue parole, perché il canto corale possa aiutare bambini e adulti a realizzare se stessi e i loro sogni.
Sandro Bergamo
direttore di “Choraliter”
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