“Dal canto in classe al coro che canta”
Bologna, 27 ottobre 2012
Il ruolo del canto corale all’interno di una formazione complessiva della persona è da tutti riconosciuto – a parole – come della massima importanza. In tempi ancora abbastanza recenti un Ministro dell’Istruzione, Luigi Berlinguer, ha lanciato un’iniziativa denominata “Un coro in ogni scuola” che ha suscitato interesse e adesioni varie; in molte regioni vi sono, più o meno stabili,concorsi dedicati ai cori scolastici, che spesso vedono la partecipazione di numerosi gruppi provenienti dalle più svariate tipologie ed ordini di scuole. Nonostante questo panorama apparentemente positivo, il canto corale in ambito scolastico è visto spesso – nei fatti – come un’appendice, magari fastidiosa, di una pratica musicale già di suo certamente negletta, e spesso affidato al buon cuore e alla buona volontà di docenti spesso poco fornite di nozioni sul canto corale, sulla fonazione, sulla vocalità specifica dei bambini e ragazzi in età scolare e sul repertorio di canti appropriati alla voce degli scolari. In questo panorama contraddittorio l’AERCO (Associazione Emiliano Romagnola Cori) ha ritenuto doveroso organizzare un Convegno regionale dal titolo “Dal canto in classe al coro che canta”, per fare il punto sulla situazione attuale della coralità scolastica emiliano-romagnola, verificarne le eccellenze e le difficoltà e chiedere ai protagonisti stessi di quest’esperienza – gli insegnanti – quali siano le necessità e i problemi che impediscono al canto corale una più stabile e proficua presenza all’interno delle istituzioni scolastiche. Nato dall’idea del M° Antonio Burzoni, da sempre impegnato nella coralità infantile e componente della Commissione Artistica AERCO, il convegno è stato organizzato dall’Associazione e posto sotto la presidenza della dott. Benedetta Toni, attualmente Direttrice aggiunta della Scuola per l’Europa di Parma e già referente per l’Emilia-Romagna dell’iniziativa ministeriale citata sopra. Sede del convegno era “La Tiz”, suggestiva sede del Coro Stelutis di Bologna. La giornata si è aperta con un breve saluto delM° Giacomo Monica, vicepresidente AERCO, ed ha visto protagonisti i delegati delle singole province che hanno esposto i dati emersi da un monitoraggio svolto (tramite questionari) presso le scuole nella fase preparatoria del convegno. Dalle varie relazioni sono emersi alcuni punti comuni indubbiamente significativi, che ora riassumeremo. Il primo tasto dolente è sicuramente quello relativo all’imperfetta preparazione o formazione dei docenti. Non per colpa loro, certamente, infatti a scuola la musica è forse la disciplina meno curata, però è altrettanto vero che nulla nella formazione dei docenti di scuola primaria permette loro di potersene occupare in modo dignitoso. La cosa cambia, ma solo in parte, qualora siano presenti nel corpo docente insegnanti in possesso di studi approfonditi di carattere musicale; va detto, purtroppo, che neppure gli Istituti Musicali o i Conservatori si preoccupano di offrire agli studenti di strumento musicale anche una buona base tecnica di vocalità: avremo quindi degli insegnanti preparati dal punto di vista musicale ma carenti dal punto di vista della conoscenza della specificità della voce infantile. Questo stato di cose apre la strada alla presenza della figura dell’esperto esterno: una persona in possesso di studi specifici, musicali e vocali, a conoscenza delle particolarità della voce infantile, conoscitore del repertorio e della tecnica della direzione corale. E’ palese che una figura dotata di siffatti requisiti non s’improvvisa in pochi giorni, ma è frutto di un lungo tirocinio fatto di studi, esperienze dirette, formazione corale e didattica; è quindi altrettanto facilmente intuibile come queste persone siano molto rare e quindi in numero non sempre sufficiente a coprire la richiesta. Un ulteriore problema riguardante l’esperto esterno è – come sempre – quello della copertura economica: la situazione attuale della scuola è sotto gli occhi di chiunque, e magari il denaro che in altre congiunture si sarebbe utilizzato per l’esperto di canto corale ora viene dirottato verso spese di altro genere, forse meno importanti didatticamente ma indispensabili per la vita quotidiana dell’istituzione scolastica. Una possibile soluzione per questo problema potrebbe venire da qualche forma di gemellaggio tra scuola e cori: AERCO aveva proposto, alcuni anni or sono, un progetto dal titolo “Coro, adotta una scuola; scuola, adotta un coro”, che prevedeva appunto alcuni momenti di scambio di esperienze tra scuole e cori presenti negli stessi spazi territoriali. Purtroppo quest’iniziativa è naufragata nel totale disinteresse da parte delle istituzioni scolastiche. Potrebbe essere il caso di recuperarla. Un altro aspetto di difficoltà denunciato dagli insegnanti, attraverso i questionari che hanno preceduto il convegno, è quello dei livelli qualitativi: la “canzoncina” è un messaggio troppo povero, si sente il bisogno di una didattica dell’ascolto più complessa e articolata che abbia inizio fin dalla Scuola dell’Infanzia. Secondo i docenti, tutto è troppo legato alle occasioni e – ancora una volta – alle buone disposizioni d’animo e di volontà dei singoli insegnanti. Tutto è troppo improvvisato, non collegato da un progetto reale o tanto meno da un programma vero e proprio: mancano tempo, formazione (come detto sopra) e soldi. Manca una vera consapevolezza della specificità del canto rispetto agli strumenti e manca anche – ed è bello che a denunciarlo siano direttamente gli insegnanti – la formazione del gusto al “bel suono” e in particolare alla bella voce. Da parte dei rappresentanti dei cori, anch’essi presenti all’evento, è emersa invece l’esigenza di offrire, di condividere con l’istituzione scolastica il know-how consolidato da anni d’esperienza corale diretta e il patrimonio culturale che è retaggio della coralità italiana ed emiliano romagnola; ci s’interroga quindi sul come trovare strade che permettano una maggiore presenza corale nelle scuole d’ogni livello, ma in particolare nell’ambito della scuola primaria. Dal dibattito che ha seguito l’esposizione delle esperienze locali (tra le quali comunque non mancano punte d’eccellenza, in particolare a Riccione e Ravenna, con la partecipazione di alcuni cori scolastici a concorsi di prestigio e con il conseguimento, spesso, di premi importanti) sono emerse alcune esigenze, alcune richieste che, se esaudite almeno in parte, porterebbero un robusto impulso ad una maggiore diffusione del canto corale nelle scuole.
Le elenchiamo brevemente:
– Organizzare corsi di formazione per docenti: come detto, l’esigenza di una maggiore consapevolezza corale e vocale è molto sentita tra i docenti;
– Un repertorio online: organizzare un sito, o una forma qualunque di base dati in rete per coro di voci bianche, indicizzata secondo vari criteri (difficoltà progressiva, localizzazione, argomento…);
– Favorire la “verticalizzazione” dell’esperienza corale: creare i presupposti perché l’alunno possa essere portato a cantare in modo corretto partendo dalla scuola dell’infanzia per proseguire nella primaria e secondaria di primo grado. Si è ventilata anche l’ipotesi di stimolare la creazione di un libro sul canto corale con articolazioni diverse a seconda degli ordini di scuola;
– La creazione di un elenco di possibili esperti esterni, magari appoggiandosi direttamente ad AERCO e vagliando possibili candidature e/o proposte: è in ogni modo sempre possibile trovare
– anche tramite l’Associazione – i nomi dei cori più vicini, in modo da poterli contattare direttamente;
– Istituire un referente scolastico per ogni provincia che sia in grado di coordinare le attività corali scolastiche, offrendo consulenza e collaborazione alle scuole che le richiedano;
– Stilare un documento che illustri l’utilità, nelle scuole, del canto corale “fatto bene”;
– Motivare gli insegnanti.
Un’ulteriore richiesta, oltre a quella di una più capillare diffusione delle informazioni riguardanti le iniziative attinenti al canto corale, è di sollecitare i Dirigenti Scolastici d’ogni livello ad essere più sensibili riguardo alle attività musicali e vocali nelle scuole e per le scuole: è stato osservato che molto spesso la catena di comunicazione di queste notizie si spezza a livello di segreteria/dirigenza, senza che le comunicazioni raggiungano i docenti interessati a queste esperienze. Al termine della mattinata la prof. Benedetta Toni ha ricapitolato gli interventi e sottolineato che la consapevolezza dei problemi è già un inizio di soluzione. Ha ricordato inoltre che i problemi in essere non devono né occultare le esperienze positive presenti nella nostra regione, né costituire un alibi per non impegnarsi nell’attività corale nella scuola. Il lavoro pomeridiano è iniziato con un intervento del dottor Lanfranco Perini, musicista, insegnante ed editore, che ha parlato con profonda competenza e passione della vocalità infantile e ha illustrato alcune pubblicazioni della sua casa editrice sull’argomento. A lui è subentrata la prof. Sonia Mireya Pico che ha svolto la parte di convegno riguardante il repertorio. Sotto la sua guida i docenti hanno abbandonato il loro ruolo per tornare un attimo bambini, mettendosi in cerchio e imparando alcuni canti, mentre allo stesso tempo rinfrescavano e recuperavano alcune tecniche utili per l’insegnamento del canto ai bambini veri. Grazie all’entusiasmo e all’energia della prof. Pico l’atmosfera si è fatta più distesa, in contrasto con l’intenso lavoro mattutino, tanto che il M° Pierpaolo Scattolin, ex presidente AERCO, si è seduto al pianoforte improvvisando simpaticamente alcuni accompagnamenti ai canti proposti dalla docente. La chiusura della giornata era affidata, inevitabilmente, ad un coro scolastico. Ad esibirsi davanti a questa sceltissima platea è stato chiamato il coro “Libere note” della scuola Mordani di Ravenna, organizzato e diretto dalle Maestre Elisabetta Agostini e Catia Gori. I giovanissimi cantori hanno spaziato da brani classici al repertorio popolare, esibendosi a più voci con grande maestria e conquistando l’uditorio con la loro freschezza e bravura, coronando con l’alto livello della loro esecuzione una giornata che resterà a lungo nella memoria di chi l’ha vissuta.
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